Roma, 27 set. (AdnKronos) – A un’ora dalla riunione della commissione banche che oggi dovrebbe eleggere i vertici dell’organismo, l’incertezza è molta. Il Pd ha lavorato per un accordo con Forza Italia che prevede la presidenza affidata a Pier Ferdinando Casini con il dem Mauro Marino e l’azzurro Renato Brunetta vicepresidenti. “Sulla carta sarebbero contrari soltanto M5S e forse la Lega. Detto questo, il voto è segreto e quindi bisogna vedere come va…”, dicono in ambienti parlamentati Pd.
Le cose, però, sarebbero un po’ più complicate. Almeno a sentire Brunetta. Il capogruppo azzurro non conferma nè il suo impegno in commissione Banche nè l’accordo con i dem. “Io vicepresidente della commissione? Non so nulla”, dice il capogruppo di Fi interpellato in Transatlantico. “In un paese normale -aggiunge- la presidenza di questa commissione sarebbe spettata naturalmente all’opposizione, ma noi non siamo in un paese normale”.
Insomma, si potrebbero profilare tempi non rapidissimi per sciogliere i nodi e magari trovare un nuovo schema per i vertici della commissione. Anche perchè, almeno per le prime votazioni, per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei componenti: i parlamentari in commissione sono 40 e servono 21 sì per essere eletti. Dopo due votazioni andate a vuoto, si procede a un ballottaggio tra il primo e il secondo dei più votati.