(AdnKronos) – Le indagini colpiscono le pieghe dei bilanci come nel caso di Mps, i presunti prestiti facili come per l’ex presidente della Popolare di Milano Massimo Ponzellini finito alla sbarra, o la fusione ‘sospetta’ tra Banco Popolare e Bpm ancora sotto la lente della procura meneghina. Milano – dove ha sede la Borsa – è una delle procure che gestisce il più alto flusso di inchieste finanziarie: 57 procedimenti tra cause bancarie e intermediazione finanziaria, è l’ultimo numero ufficiale.
Due le accuse principali da parte dei consumatori: informazioni scarse e prodotti troppo rischiosi. Le indagini sui reati bancari, lunghe e complesse, mettono in difficoltà le procure più piccole e tanti, anche tra le vittime, invocano una Procura nazionale, sul modello dell’Antimafia.
Intanto si allunga il nome delle banche al centro di indagini. Giovanni Bazoli, Gianni Zonin, Fabrizio Viola, Alessandro Profumo, sono alcuni degli ultimi protagonisti, ma pochi hanno ‘pagato’ il conto. Tra loro Gianpiero Fiorani, disarcionato dalla Popolare di Lodi mentre lanciava l’assalto ad Antonveneta, l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli dopo che il valore di Veneto Banca è stato quasi azzerato, Giuseppe Mussari condannato per aver ostacolato la Banca d’Italia in una vicenda legata a Mps e Giovanni Berneschi, ex numero uno di Banca Carige.