Milano, 31 ott. (AdnKronos) – Le banche italiane stanno investendo sulle innovazioni tecnologiche offerte dal fintech. Ma dovrebbero essere più coraggiose nell’adozione di queste tecnologie nei rispettivi modelli di business. Altrimenti rischiano di perdere ulteriormente profittabilità e quote di mercato. E’ quanto sottolinea Claudio Tebaldi, professore di Metodi quantitativi per la finanza all’Università Bocconi di Milano. Commentando i risultati di un report di McKinsey sul sistema bancario globale, Tebaldi, contattato dall’Adnkronos, spiega che le banche italiane, in particolare le grandi, sono “molto interessate alle innovazioni del fintech e si sono attrezzate” al salto tecnologico.
A livello tecnico gli istituti italiani “non sono impreparati”, ma un elemento di preoccupazione è il ‘time to build’, l’effettiva capacità di integrare nei loro business models le nuove tecnologie per renderle profittevoli. Le banche italiane ed europee, sottolinea Tebaldi, sono “molto più prudenti rispetto agli istituti statunitensi. Certamente la prudenza garantisce gli investitori”. tuttavia “un time-to-build troppo elevato e un comportamento inerziale,” vista la rivoluzione tecnologica in atto, “comporta il rischio di perdita di rilevanti quote di mercato”.