Roma, 22 set. (AdnKronos) – “Quello che emerge nella vicenda degli arresti per caporalato a Cosenza supera ogni umana immaginazione. Perché accadeva a danno dei rifugiati, perché si taglieggiava sul colore della pelle, perché non è fuor di luogo affermare che si trattava di una vera e propria riduzione in schiavitù considerate le condizioni di lavoro degradanti cui erano sottoposti i lavoratori secondo le indagini e la stretta sorveglianza cui erano costretti da parte dei due fratelli arrestati”. Ad affermarlo in una nota è la vice ministra allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova in un comunicato commentando l’operazione di contrasto allo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza condotta dai carabinieri della compagnia di Paola (Cosenza) e l’esecuzione delle cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della Procura locale.
Per questo, aggiune, “sono oltremodo importanti le parole del Comandante della Polizia di Paola quando sottolinea come l’operazione si sia compiuta grazie alla norma contro il caporalato. Motivo di orgoglio in più per chi l’ha sostenuta con determinazione e tenacia, mentre per anni ci si è voltati dall’altra parte”.