Home Nazionale Caso Englaro: ass.Coscioni, diritto ad autodeterminazione cure è inviolabile

Caso Englaro: ass.Coscioni, diritto ad autodeterminazione cure è inviolabile

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Milano, 21 giu. (AdnKronos) – “Questa decisione riconosce un risarcimento simbolico al papà” di Eluana Englaro, “simbolico per un dolore irreparabile”, ma “di fatto, la magistratura ancora una volta afferma che le libertà personali sono inviolabili; lo dice la costituzione e lo dice anche a quella politica che tramite il controllo dei corpi vuole annullare le libertà fondamentali che corrispondono a diritti umani da tutelare. La legge per il testamento biologico nella chiara definizione anche di cosa è cura e cosa un paziente può rifiutare eviterà casi come quello di Eluana”. Così Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni, commenta la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il riscorso della Regione Lombardia, condannandola a risarcire Beppino Englaro, per aver negato le misure necessarie ad attuare il diritto della figlia al rifiuto delle cure.
“Respingendo il ricorso della Regione Lombardia – spiega Gallo – il Consiglio di Stato ha detto sì al risarcimento a Beppino Englaro. La Regione non si fece carico del ricovero di Eluana, in stato vegetativo per 17 anni, in una struttura sanitaria adeguata per la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione come richiesto dal padre”.
Ciò significa che “i giudici hanno messo in primo piano Eluana Englaro, che ha dovuto subire in questa vicenda il ‘danno più grave’, la ‘violazione del proprio diritto all’autodeterminazione in materia di cure’ per cui ‘contro la sua volontà’ ha subito ‘il non voluto prolungamento della sua condizione’, essendo stata calpestata la sua determinazione di rifiutare una condizione di vita ritenuta non dignitosa, in base alla libera valutazione da essa compiuta”. Per questo, conclude, “chiediamo che la legge sulle dichiarazioni anticipate di volontà vada in Aula e che sia approvata in tempi brevi. Le persone non vogliono e non possono più attendere e desiderano esercitare la possibilità di decidere sul fine vita”.