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Centinaia di palermitani alla fiaccolata per il clochard arso vivo

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Palermo, 13 mar. (AdnKronos) – Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata organizzata per ricordare Marcello Cimino, il clochard bruciati vivo venerdì notte mentre dormiva nel suo giaciglio sotto i portici della mensa di San Francesco in via Cipressi. Ad ucciderlo, su sua stessa ammissione, è stato Giuseppe Pecoraro, un benzinaio di 45 anni, che ha prima gettato della benzina e poi dato fuoco a Cimino, perché temeva che gli insidiasse la donna. Prima della fiaccolata, le centinaia di persone presenti si sono radunate nella Chiesa dei Cappuccini dove padre Domenico Spatola ha voluto ricordare la figura di Marcello Cimino. Presenti la moglie, Iolanda, e le due figlie minorenni. Oltre al sindaco Leoluca Orlando, il vicesindaco Emilio Arcuri e diversi assessori, tra cui Giovanna Marano, Andrea Cusumano. “ci speravo che venisse tanta gente”, ha detto padre Spatola ai giornalisti. “Penso che sia un segno di coscienza civica, collettiva dinnanzi a un fatto che ci ha letteralmente costernati, qualcosa di orripilante pensare di uccidere un uomo inerme, senza dargli la possibilità di una replica. E’ il senso del niente. Chi fa questo non ha niente nella mente, il vuoto.
Arrivati sotto i portici, luogo dell’omicidio, c’è stato un lungo applauso al nome di ‘Marcello’, mentre le due figlie minori di Cimino hanno appeso una lettera aperta al padre: “Ciao vita mia del mio cuore – scrivono -Permettici l’ultima volta di salutarti. Non pensavamo che ci lasciassi così presto, non pensavamo che finisse così. Mi manchi da morire vita mia anche se ne abbiamo passate tante rimarrai il mio amico, vero amore, il mio uomo, il mio Re. Ti porteremo per sempre nel nostro cuore. Proteggici da lassù, ma soprattutto dacci la forza per andare avanti papà. Ti amiamo più di ogni altra cosa al mondo”.
Il sindaco Leoluca Orlando, che prima della fiaccolata ha a lungo parlato con i familiari di Marcello Cimino, ha ribadito che il Comune “si costituirà parte civile nel processo che ci sarà”. E sulla presenza di tante persone, il primo cittadino ha detto: “E’ la condanna per un atto di violenza disumana”. Intanto stasera, alle 21, l’arcivescovo Corrado Lorefice parteciperà a un momento di raccoglimento nella chiesa dei Cappuccini.