Home Nazionale Clochard bruciato vivo, choc tra gli indigenti e i volontari

Clochard bruciato vivo, choc tra gli indigenti e i volontari

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Palermo, 11 mar. (AdnKronos) – “La Missione riapre lunedì, chiusura per lutto”. Il foglio formato A4 è appeso a un colonnato ancora annerito dal fumo sotto i portici della Missione di San Francesco dei Cappuccini di Palermo, dove poco dopo la mezzanotte un uomo ha prima gettato un secchio pieno di benzina e poi dato alle fiamme Marcello Cimino, il clochard di 45 anni ucciso mentre dormiva nel suo giaciglio. C’è ancora incredulità tra i senzatetto e gli indigenti che ogni giorni frequentano la missione dei Cappuccini. “Ma allora è vero?”, grida la signora Vincenza, che arriva con il suo borsone pieno di stracci. Preferisce non dire il suo cognome perché dice, abbassando la voce, “i miei figli non sanno che vengo qui a magiare…”. Arrivano due volontari che ogni giorni danno un amano ai frati cappuccini. Anche loro non riescono a crederci. “Marcello era una persona molto mite – dicono all’unisono – non avrebbe mai fatto male a una mosca”.
Aveva deciso di vivere qui, sotto i portici, pur avendo una casa popolare al Villaggio santa Rosalia, in via Vincenzo Barone. “Veniva tutti i giorni qui – dice Romano, 79 anni, con il giornale sotto il braccio – Anche io vengo ogni tanto per mangiare qui. E Marcello non era uno che cercava la lite, come fanno altri. Lui stava per i fatti suoi. Non amava le liti”. Un altro signore anziano, arrabbiato perché oggi non sa dove andare a magiare, vista la chiusura della missione dei Cappuccini, inizia a gridare: “E’ una bestemmia contro San Francesco – dice arrabbiato – si vuole colpire la povertà. La verità è questa”. Nel frattempo arrivano due ragazzine, una indossa grossi occhialoni da sole. Si tengono strette, l’una all’altra e piangono. Sono le figlie, entrambe minorenni, di Marcello Cimino. Con loro c’è la mamma, Iolanda, si siedono a terra e piangono in silenzio. Con loro c’è anche il fidanzato della più grande. Che ha un alterco con un fotografo che vuole scattare delle fotografie. “Lasciateci con il nostro dolore – grida il giovane – Questo animale deve pagare per quello che ha fatto, andrebbe ammazzato…”.