Home Nazionale Commercio: Ice-Prometeia, scambi internazionali di beni +4,6% nel 2017

Commercio: Ice-Prometeia, scambi internazionali di beni +4,6% nel 2017

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Milano, 6 dic. (AdnKronos) – Nel 2017 il commercio internazionale di beni crescerà del 4,6%, in accelerazione rispetto al 2016 e in miglioramento rispetto alle ultime stime. Gli scambi dovrebbero poi registrare un incremento del 5,5% e assestarsi al 5,3% nel 2019. Un miglioramento della situazione internazionale di cui beneficerà anche l’Italia. Secondo il rapporto 2017 sul commercio estero per aree e settori di Ice e Prometeia, gli scambi di beni internazionali nel triennio 2017-2019 cresceranno attorno al 5% annuo, in linea con il trend di lungo periodo. Fra i fattori che potrebbero però mettere a rischio questa crescita, ha spiegato Alessandra Lanza, partner di Prometeia, vi sono un rialzo dei tassi di interesse più rapido del previsto, “con possibili impatti sui mercati emergenti più grandi”, una volatilità dei cambi più accentuata, un ribasso repentino del prezzo delle materie prime e le tensioni internazionali.
Per quanto riguarda i settori industriali italiani, il 2017, secondo il rapporto, è stato caratterizzato da un ritorno degli investimenti. Per la meccanica, primo settore di esportazione dell’Italia, la domanda mondiale di importazioni si chiuderà con una crescita del 4,2% e in ulteriore accelerazione nel 2018. Nei beni di consumo, dopo un 2017 più contenuto, sia il sistema moda che l’arredo potranno contare su tassi di crescita delle importazioni mondiali tra il 6,5% e il 7% nei prossimi due anni. Strutturalmente più lenta la domanda mondiale dll’alimentare.
Intanto nei primi nove mesi dell’anno, come riportato dall’Istat, le esportazioni italiane nel mondo sono aumentate del 7,3% su base annua. Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico, ha sottolineato che “l’export sta andando molto bene e potrebbe battere il risultato dello scorso anno”. Per Michele Scannavini, presidente dell’Ice, “le cose vanno decisamente bene per l’Italia. Erano cinque anni che non avevamo tassi di crescita di questo tipo. Siamo cresciuti più della media Ue e di alcuni Paesi concorrenti storici”. Ma, ha aggiunto, “cresciamo più nei Paesi extra-Ue che non nella Ue, un risultato dell’approccio più presente delle imprese e delle istituzioni nei mercati più lontani”.