Roma, 6 feb. (Labitalia) – La rottamazione delle cartelle rischia di fallire. E’ l’allarme che arriva dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha inviato una lettera a Inps ed Equitalia.
“Per un mancato raccordo fra la normativa fiscale e quella previdenziale, infatti, le aziende che hanno debiti previdenziali anche di modesta entità -si legge in una nota dei professionisti- potrebbero decidere di non aderire alla sanatoria. Questo perché l’adesione alla rottamazione ad oggi blocca il rilascio alle imprese del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) da parte dell’Inps e dell’Inail e di conseguenza rende impossibile partecipare agli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi”.
“Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, tramite il suo vicepresidente Vincenzo Silvestri, ha inviato -si legge ancora nella nota- una lettera all’amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, e al direttore generale dell’Inps, Gabriella Di Michele, chiedendo di anticipare l’effetto della sanatoria. Infatti, le imprese che non hanno in essere una rateizzazione con Equitalia e richiedono la rottamazione, in attesa di ricevere il via libera per il nuovo piano di rateazione, si vedranno decadere il rinnovo del Durc”.
“Questo intreccio -sottolinea il vicepresidente Silvestri nella lettera- provocherà la paradossale situazione, per coloro che accederanno alla rottamazione dei ruoli, di risultare non in linea con i pagamenti presso il concessionario”.
Così, continua la nota dei professionisti, “chi avrà urgenza di chiudere contratti con la pubblica amministrazione troverà la rateazione più conveniente in termini di tempo, nonostante questa soluzione si presenti come la più onerosa”. “L’Inps e l’Inail, in realtà, potrebbero aggiornare le loro procedure informatiche – spiega – per far equivalere l’accettazione dell’istanza di rottamazione da parte di Equitalia come un primo pagamento. In questo modo, si risparmierebbero almeno due mesi, poiché la risposta di Equitalia all’istanza deve arrivare entro maggio”.
“Un’altra interessante questione ancora aperta -continua Silvestri- è la definizione degli ‘interessi’ che devono essere corrisposti, in caso di debito contributivo con Inps e Inail, assieme al capitale al fine di legittimare la rottamazione. Le sanzioni previdenziali, si ricorda, hanno natura di risarcimento civilistico, con distinzione a seconda se si tratti di omissione o evasione. Da qui l’auspicio di definire la questione in tempi rapidi per consentire all’agente della riscossione di avere tutti gli elementi utili per calcolare il quantum realmente dovuto”.