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Cossiga: Pasquino,un antesignano purtroppo senza eredi

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Roma, 16 ago. (AdnKronos) – “Un antesignano che non voleva sovvertire la Costituzione ma migliorare il sistema nel suo complesso, purtroppo rimasto senza eredi perché l’attuale classe politica non ha padri, non ha madri, non ha antenati”. Il politologo Gianfranco Pasquino affida all’Adnkronos alcune considerazioni sul pensiero e l’azione politica di Francesco Cossiga, di cui domani ricorre il settimo anniversario della morte.
“Se andiamo a rileggere il messaggio che inviò alle Camere nel giugno del 1991 -sottolinea Pasquino- si capiscono molte cose. Cossiga aveva colto il passaggio cruciale rappresentato dalla caduta del Muro di Berlino e che nulla quindi poteva essere come prima. Di qui la sua insistenza sulla necessità delle riforme istituzionali, che, grazie anche alle sue precedenti esperienze di ministro e presidente del Consiglio e quindi alla conoscenza diretta dei relativi meccanismi, lo portava a mettere in luce l’esigenza di un cambiamento dei rapporti tra governo e Parlamento”.
“Un obiettivo che tuttavia non si otteneva innovando separatamente soltanto l’uno o l’altro, ma intervendo sull’interazione tra i due organi, con le relative modifiche. Cossiga sosteneva poi l’esigenza di rinnovare i partiti, il cui ruolo, a ragione, continuava a ritenere necessario”.