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Dagli oli essenziali una ‘spinta’ agli antibiotici

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Roma, 28 apr. (AdnKronos Salute) – Antibiotici e oli essenziali naturali possono avere un effetto maggiore se combinati insieme. E’ l’innovazione su cui è al lavoro il biologo marocchino Adnane Remmal, partendo da un’osservazione: le piante usano gli oli essenziali per combattere i batteri. Così lo scienziato ha sviluppato un farmaco che, per distruggere i batteri, unisce le proprietà mediche naturali delle piante alla provata efficacia degli antibiotici. Il composto è nelle fasi finali di sperimentazione clinica e potrebbe essere commercializzato verso la fine del 2017. Per questa intuizione, Remmal è stato scelto tra i finalisti degli European Inventor Awards 2017, nella categoria ‘Paesi non aderenti allo European Patent Office’. I vincitori saranno annunciati a Venezia il 15 giugno.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito la resistenza dei batteri agli antibiotici fra le priorità da combattere: nel mondo, infatti, le infezioni da ‘superbatteri’ resistenti ai farmaci causano 700 mila morti l’anno. E’ questo che rende così promettente l’innovazione di Remmal, protetta da un brevetto ottenuto dall’European Patent Office (Epo) nel 2014. “L’invenzione di Remmal potrebbe salvare delle vite umane e offrire una nuova arma nella lotta alla minaccia emergente costituita dai microbi resistenti agli antibiotici”, dichiara il presidente dello Epo, Benoît Battistelli, presentando i brevetti finalisti all’edizione 2017 del premio.
Sapendo che le piante usano gli oli essenziali per combattere i batteri, Remmal ha cercato di capire esattamente come avviene questo processo. Per ottenere un risultato simile negli essere umani, però, occorrerebbero grandi quantità di queste sostanze, dosaggi che rischierebbero di avere effetti collaterali. Allora il biologo ha pensato di sommare l’efficacia delle sostanze naturali a quella degli antibiotici, in modo da ottenere un’efficacia superiore a quella che gli uni e gli altri avrebbero avuto da soli.
In generale, gli antibiotici sfruttano i punti deboli dei batteri distruggendo le pareti delle loro cellule, impedendo loro di riparare il Dna danneggiato o di riprodursi. Remmal paragona i batteri a una porta chiusa a chiave: “Quando la chiave apre la porta il batterio muore; ma se una mutazione cambia anche leggermente la forma della serratura, la chiave non riesce più ad aprire la porta. Ecco che il batterio diviene resistente all’antibiotico”. Rafforzando l’antibiotico con gli oli naturali, lo scienziato ritiene non solo di poter ‘aprire la serratura’, ma anche di poter distruggere completamente ‘la porta’. La ‘chiave’ speciale combina le proprietà antimicrobiche di alcune piante con gli attuali antibiotici utilizzati per le infezioni più difficili da trattare. L’interazione crea complessi molecolari che non sono facilmente riconosciuti dai meccanismi responsabili dell’antibiotico-resistenza.
Remmal detiene altri 2 brevetti europei relativi a oli essenziali, cuore del suo approccio: un fungicida e una composizione chimica per trattare i parassiti, soprattutto il plasmodium falciparum che causa la malaria. Ha anche sviluppato un additivo da inserire nell’alimentazione animale e che promette di sostituire completamente gli antibiotici, per il quale ha ricevuto l’Innovation Prize for Africa 2015. Una richiesta di brevetto è stata presentata all’Epo ed è in corso di valutazione.
Dopo un diploma post-laurea in elettrofisiologia e farmacologia cardiovascolare, e un PhD in farmacologia molecolare all’università di Parigi XI, Remmal ha deciso di tornare in Marocco. Ha conseguito un secondo PhD in microbiologia e ha lanciato una start-up che ha richiesto 4 brevetti centrati sulle misture di oli essenziali, attirando l’attenzione di un laboratorio farmaceutico leader in Marocco e nell’Africa occidentale. Gli antibiotici ‘rafforzati’ di Remmal usano molecole naturali che sono già state testate e approvate nell’industria farmaceutica; i nuovi farmaci risultano così poco costosi da produrre e possono essere commercializzati a prezzi accessibili. Se approvati, questi medicinali potrebbero rappresentare il primo farmaco sviluppato e prodotto in Marocco.