Home Nazionale Def: Unimpresa, per 2018 già prevista stangata fiscale da 11 miliardi (3)

Def: Unimpresa, per 2018 già prevista stangata fiscale da 11 miliardi (3)

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(AdnKronos) – In salita, poi, anche le altre entrate correnti per 5,2 miliardi (+7,41%). Ne consegue che il totale delle entrate dello Stato aumenterà di 77,3 miliardi (+9,81%) rispetto al 2016 nei prossimi quattro anni: dai 799,5 miliardi del 2017 si passerà agli 826,5 miliardi del 2018, agli 850,6 miliardi del 2019 e agli 865,8 miliardi del 2020. Nessuna variazione particolarmente significativa per la pressione fiscale, destinata a restare stabile. Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo si attesterà al 42,3% nel 2017, al 42,8% nel 2018, al 42,8% nel 2019 e al 42,4% 2020.
Tutto questo con una crescita assai modesta: il pil dovrebbe crescere, secondo il Def, dell’1,1% quest’anno, dell’1,0% nel 2018, dell’1,1% nel 2019 e nel 2020. Accanto alla crescita delle tasse, c’è quella della spesa pubblica. La spending review pare inefficace: il totale delle uscite si attesterà a 839,1 miliardi nel 2017, a 849,3 miliardi nel 2018, a 861,3 miliardi nel 2019 e a 874,2 miliardi nel 2020. Complessivamente, rispetto al 2016 ci sarà un incremento della spesa di 44,9 miliardi (+5,41%). Saliranno le uscite correnti per complessivi 40,7 miliardi (+5,77%) e subirà un incremento anche la spesa per il servizio del debito pubblico (interessi passivi) pari a 4,8 miliardi (+7,27%).
In calo, invece, la spesa in conto capitale ovvero la voce che riguarda gli investimenti pubblici, specie quelli in infrastrutture e grandi opere: lo Stato spenderà sempre meno e ci sarà un calo complessivo di 623 milioni (-1,09%). “Le imprese – commenta il vicepresidente Pucci – avrebbero bisogno di pagare meno tasse e invece ne pagheranno sempre di più, ci sarebbe bisogno di una revisione della spesa pubblica e invece aumenteranno gli sprechi. Servirebbe uno Stato snello che spende solo per le grandi opere e riduce le entrate al minimo indispensabile. Il Def ci dice che il governo va nella direzione opposta: tassa e spende inutilmente”.