Home Nazionale Energia: Calenda, Sen terzo pilastro per competitività Paese (2)

Energia: Calenda, Sen terzo pilastro per competitività Paese (2)

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(AdnKronos) – Su questo tema degli incentivi alle rinnovabili la scelta fatta nel passato, rileva Calenda, “è stata dissennata non perché è sbagliato investire sulle rinnovabili ma perché è sbagliato trasformare l’investimento in rinnovabile in una pura speculazione finanziaria come è stato per molti anni, con tassi di ritorno che non sono umani, che non hanno niente a che vedere con la realtà. E poi se gli oneri delle rinnovabili lo sposti sulle industrie compi il delitto perfetto”.
Proprio per questo, spiega ancora il ministro, “gli investimenti predominanti saranno sull’efficienza energetica rispetto alle rinnovabili anche perché le rinnovabili vanno sempre più verso la parità e per cui ci vogliono meno incentivi”. Lavorare sull’efficienza energetica, aggiunge Calenda, “vuol dire, ad esempio, lavorare sull’edilizia, sulla ristrutturazione e sulla ricostruzione di edifici secondo canoni molto più stringenti rispetto a quelli fatti finora; vuol dire anche lavorare sul parco circolante delle autovetture. Tutti questi -osserva- sono driver di crescita che non sono la vecchia concezione della politica energetica, che era voglio pagare il meno possibile in modo che il mio prodotto esca ad un prezzo più basso. E’ una componente importante, c’è ovviamente da lavorare sui prezzi, ma dobbiamo andare molto oltre. E’ un settore industriale a tutti gli effetti quanto l’innovazione nella manifattura”.
Il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, poi, è un altro tema “molto rilevante”: “dobbiamo designare una strategia di forniture molto bilanciata sia in termini di mercati di provenienza che di flessibilità”, sottolinea Calenda. E su questo tema il Tap, il gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, nella provincia di Lecce, in modo da permettere l’afflusso di gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio (Azerbaigian) in Italia e in Europa, “è fondamentale”. Proprio per questo anche il problema legato alla riforma del Titolo V, che è sparito dal dibattito dopo il referendum di dicembre, è ancora di attualità.