Venezia, 12 gen. – “Non facciamo gli ipocriti, più di qualcuno sapeva che in quel capannone trovavano rifugio le persone, e lì andavano a dormire, e di fronte al gran freddo di questi giorni, si riscaldavano come potevano. In uno spazio senza sicurezza e senza tutele, e poi capitano tragedie come questa”. Così all’Adnkronos Don Dino Pistolato, vicario episcopale della curia di Venezia, e per oltre 20 anni responsabile della Caritas locale, commenta la tragedia avvenuta a Sesto Fiorentino con la morte di un migrante nel rogo di un capannone adibito a dormitorio.
“Qui bisogna costruire percorsi rapidi per dare risposte concrete ai migranti che hanno titolo per rimanere nei paesi europei: ma deve essere un’azione coordinata e l’Italia non può essere lasciata sola – avverte – così come occorre un’azione coordinata da parte di tutti i paesi europei per il rimpatrio dei migranti che non hanno titolo per essere accolti in Europa”.
“Serve una normativa europea però, ogni paese non può andare per la sua strada – spiega Don Pistolato – o questa emergenza, questo problema lo affrontiamo tutti insieme oppure corriamo il rischio di ritrovarci ancora di fronte a tragedie come quella di Sesto Fiorentino”.