Palermo, 1 mar. (AdnKronos) – “La speranza è che questa occasione irripetibile sia gestita al meglio da tutte le Istituzioni coinvolte”. Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia e ai vertici della Sac, la società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania, non usa giri di parole. A 86 giorni dal G7 di Taormina, che vedrà riuniti nella perla dello Ionio i grandi della terra pronti a discutere del futuro del mondo, occorre capire che quell’appuntamento “metterà al centro dell’attenzione internazionale non solo Taormina ma la Sicilia intera” dice all’AdnKronos. Il rischio? “Fare una brutta figura mondiale” nel caso in cui il G7 sia trattato come “un fenomeno di bottega con una mentalità provinciale”.
Ecco perché per Torrisi è necessario che “i fondi disponibili siano utilizzati per miglioramenti strutturali”, per opere che “restino nel tempo”. Non solo a Taormina ma in tutta l’Isola. Che in quei giorni sarà sotto i riflettori del mondo, ottenendo “grande visibilità” e dovendo restituire “l’immagine di terra accogliente”. Insomma, secondo il numero uno degli albergatori siciliani i fondi stanziati dal Governo per il G7 dovranno servire per superare “criticità storiche” e intervenire su “gap infrastrutturali” lunghi decenni. “Bisognerebbe lavorare sulle infrastrutture di collegamento – dice – per renderle fruibili non solo per i grandi della terra in quei giorni, ma per tutti i siciliani e per sempre”. E poi c’è il restyling del Pala Congressi che dovrebbe ospitare il vertice e per il quale da quattro anni manca l’agibilità. “E’ ai minimi termini” spiega Torrisi, sottolineando che quello delle strutture congressuali è “un problema enorme”.