Home Nazionale Imprese: Pineider ai Rovagnati che puntano su Asia e Usa/Adnkronos

Imprese: Pineider ai Rovagnati che puntano su Asia e Usa/Adnkronos

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Milano, 15 giu. (AdnKronos) – Prima l’Italia, certamente, dove Pineider è nata, con il rilancio della boutique di Firenze. Poi, in seconda e terza battuta, Roma e Milano. Quindi l’estero, bypassando l’Europa e puntando direttamente su Asia e Americhe. Questo l’orizzonte di Pineider, uno dei più noti brand del made in Italy al mondo, acquisito a novembre del 2016 dal Gruppo Rovagnati. Pineider ha alle spalle 250 anni di storia, ha servito teste coronate, ma anche Leopardi e Dickens, Stendhal e Lord Byron, e dopo un recente passato un po’ complesso (subisce diversi passaggi di mano per finire al gruppo Hopa della famiglia Gnutti e in liquidazione con la Gp finanziaria), oggi è nel portafoglio del gruppo specializzato nella produzione di salumi. Non è la prima operazione di diversificazione del business per Rovagnati: due anni fa ha acquisito il marchio di affettatrici Berkel. Ora rilevata Pineider e riorganizzate struttura e attività, parte con il piano di rilancio.
“Di questi marchi ce ne sono parecchi in Italia e hanno tutti origini straordinarie e storie straordinarie da raccontare. Molto spesso sono nascosti sotto vicissitudini finanziarie e societarie che hanno dovuto subire negli anni” spiega all’Adnkronos l’amministratore delegato sviluppo del gruppo Rovagnati Stefano Ferrari, che indica come “la prima cosa da fare è ritrovare le radici. E’ stato questo il lavoro iniziale: si sono riscoperti tutti i gioielli di questa azienda che sono la carta, la pelletteria con un taglio di un certo tipo e gli strumenti di scrittura”.
Il passaggio dai prosciutti agli oggetti di cartoleria di alta gamma vede, al momento, un momento intermedio: l’acquisizione di Berkel. “Assomiglia a Pineider” fa notare Ferrari, evidenziando che si tratta di una realtà che è nata “facendo affettatrici che stanno diventando pian piano oggetti di arredamento. Un oggetto di lusso per persone che amano cose bellissime e artigianali”. Quella con Berkel è “un’iniziativa iniziata due anni e mezzo fa che oggi sta avendo una rinascita concreta con 180 dipendenti ed è presente in almeno 70 paesi nel mondo. Come i prodotti finanziari – scherza l’ad – questo non vuol dire che il futuro sarà uguale al passato ma si tratta comunque di un caso che ci sta dando grandi soddisfazioni”.