Milano, 26 lug. (AdnKronos) – Le maggiori imprese manifatturiere italiane fatturano circa un decimo rispetto ai big tedeschi, un quarto rispetto a quelle francesi e la metà delle britanniche. Lo evidenzia l’Annuario R&S curata annualmente da R&S – Mediobanca, che raccoglie in un volume i profili dei 50 principali gruppi italiani quotati. Il giro d’affari aggregato delle top ten è pari a 84 miliardi nel 2016 (+1,6% sul 2015 e +5,1% sul 2012) ed è inferiore a quello dei primi tre big tedeschi (VW, Daimler, BMW), mentre e la sola VW vale oltre il doppio dell’aggregato big Italia. In particolare, a livello aggregato, le top ten tedesche vantano un giro d’affari pari a 767 miliardi di euro nel 2016. Quelle francesi pari a 327; quelle inglesi 180 mld di euro.
In Italia il 31% dei fatturati viene da gruppi pubblici (Leonardo, Saipem, Fincantieri; il 52% da gruppi controllati da privati italiani (Fca Italy, Luxottica, Prada, Buzzi Unicem e Cofide; l’8% da privati esteri e il 9% da Prysmian, unica public company. Quasi un terzo del fatturato aggregato fa capo all’automotive, seguito dall’aerospazio (14%).
I Top10 italiani pesano il 5% sul Pil, il 15% in Francia, il 24% in Germania. Il fatturato non domestico dei Top10 italiani è pari al 76,8%, meno dell’85,8% francese e dell’83,2% tedesco. La quota di personale all’estero è pari al 65,7%, dietro la Francia con il 70,7% ma davanti alla Germania con il 59,1% che trattiene sul proprio territorio la quota maggiore di maestranze.