Home Nazionale In un decennio mille sperimentazioni cliniche pediatriche, di cui 131 concluse

In un decennio mille sperimentazioni cliniche pediatriche, di cui 131 concluse

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Milano, 27 ott. (AdnKronos Salute) – La ricerca farmacologica per i bambini in Europa migliora, ma c’è ancora “molto da fare”. E’ il monito lanciato da Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. L’occasione per fare il punto è stata la presentazione al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa del Rapporto sui primi risultati ottenuti nei 10 anni dall’entrata in vigore del Regolamento per lo sviluppo e la sperimentazione dei farmaci per i bambini. Risultati che mostrano un segno positivo: la percentuale di bimbi arruolati in sperimentazioni cliniche è aumentata, dall’8,3% del 2007 al 12,4% del 2016.
Ma – fanno notare dall’Irccs milanese – emerge che molti dei farmaci presenti sul mercato sono ancora privi di autorizzazione per l’uso specifico su bambini e adolescenti. Le conoscenze si basano sui risultati di sperimentazioni cliniche condotte con gli adulti e non specifiche con i più piccoli. Ne consegue che frequentemente i bambini e gli adolescenti ricevono ancora prescrizioni di farmaci studiati e sperimentati solo per gli adulti. Il Report documenta che per alcune aree quali la reumatologia, o per alcune malattie quali quelle infettive o cardiovascolari, la nuova regolamentazione ha ottenuto risultati positivi per lo sviluppo di farmaci dedicati anche ai baby-pazienti. Per altre aree quali l’oncologia o le malattie rare questo strumento è risultato ancora inefficace.
L’interesse della ricerca industriale, si legge in una nota diffusa dal Mario Negri, è stato selettivo “investendo solo in quei settori in cui gli interessi dei produttori e i bisogni dei pazienti si sono sovrapposti” sia per gli adulti che per i bambini. “Un ulteriore esempio della mancanza di una ricerca indipendente europea e nazionale che operi negli interessi dei cittadini-pazienti e non condizionata dagli interessi del mercato”, dice Garattini.
L’intero Rapporto, fanno notare gli esperti, non cita alcune aree di bisogni terapeutici negletti quale per esempio quella dei disturbi mentali dell’età evolutiva: “Un’area ancora dimenticata – osserva Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di salute pubblica e del Laboratorio per la salute materno infantile dell’istituto – dove gli psicofarmaci, per quanto poco utilizzati in età evolutiva, in particolar modo in Italia, lo sono troppo spesso in modo inappropriato o fuori dalle indicazioni per cui sono stati messi in commercio (off label)”.
Nonostante i risultati raggiunti – che si fermano comunque a 1.000 protocolli di sperimentazioni cliniche pediatriche in Europa in un decennio, di cui 131 già concluse – c’è ancora “molto da fare per rendere la terapia farmacologica per i bambini, in Europa e in Italia, più efficace e sicura. Un bisogno ancora largamente disatteso”, concludono gli esperti.