Home Nazionale L.elettorale: Orfini, grande coalizione nega Pd, ideale per scissione

L.elettorale: Orfini, grande coalizione nega Pd, ideale per scissione

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Roma, 6 feb. (AdnKronos) – “Ai tanti tra di noi che oggi vedono il ritorno alle coalizioni come rimedio per tutti i mali, suggerirei di riflettere sul fatto che quello è il terreno ideale proprio per coloro che coltivano ipotesi di scissione. Tornare a quell’impianto significa negare alla radice le ragioni per cui è nato il Pd”. Lo scrive Matteo Orfini sul sito di Left Wing.
“Significa, teoricamente e praticamente, rimetterne in discussione l’esistenza. Contrastare questa tentazione non significa chiudersi nella pretesa dell’autosufficienza. O rassegnarsi all’ingovernabilità. Ci sono altri meccanismi compatibili con l’impianto uscito dal referendum e dalla sentenza della Consulta, che possono garantire un equilibrio tra rappresentanza e governabilità: un ragionevole premio di governabilità da attribuire al primo partito, ad esempio. Il Pd potrebbe così sviluppare a pieno la sua forza e misurarsi sul suo progetto in campagna elettorale. E se questo non dovesse essere sufficiente a raggiungere la maggioranza, il premio aiuterebbe a evitare la Repubblica delle larghe intese permanenti, rendendo possibile la ricerca di un accordo di governo con forze relativamente omogenee”, argomenta.
“Cercare una soluzione per armonizzare le leggi elettorali è doveroso. Ma tornare indietro sarebbe un errore esiziale che metterebbe ancora più in tensione il Pd. Si parla di una coalizione ‘da Alfano a Pisapia’. E su che basi potrebbero stare insieme Alfano e Pisapia (e il Pd in mezzo)? Già immagino i mesi di dibattito, i veti, le ossessive ricerche di compromessi impossibili. È un ritorno all’antico che dovrebbe preoccupare tanto più chi viene da una storia, quella del Pci, che ha subito a lungo la condanna all’ostracismo politico e istituzionale, e che dal ritorno alle divisioni interne e alle coalizioni interminabili, con annessi federatori, papi stranieri, uomini della Provvidenza o della provvidenziale società civile sempre ansiosi di ‘venire a comandare’, non ha evidentemente niente da guadagnare”, conclude.