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L’alta gioielleria incontra le spezie

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Roma, 4 dic. (Labitalia) – Portano fortuna in amore, ma sono anche amuleti contro l’infedeltà; simboleggiano la trascendenza per il popolo Maya e Azteco oppure sono considerati catalizzatori di onde positive, in grado pure di tenere lontani gli incubi. Sono le leggende e le antiche credenze legate a sette spezie – caffè, cacao, vaniglia, cannella, peperoncino, noce moscata e anice stellato – che si fondono con l’argento e il bronzo per diventare esclusivi gioielli taylor made, come quelli realizzati da ‘Le Sibille’. Anime di questa maison romana fondata nel 1990, Camilla Bronzini, Francesca Neri Serneri e Antonella Perugini, che dopo ventisette anni di ricerca e successi aprono al pubblico il loro nuovo atelier in Prati (via Muzio Clementi 68B).
“Un rinnovato punto vendita – spiega Camilla Bronzini – ma soprattutto uno spazio officina che vogliamo trasformare in una sorta di ‘foro’, dove sperimentare antichi mestieri per tramutarli in arte e, allo stesso tempo, un laboratorio in stile rinascimentale per far apprendere tecniche e curiosità su questo affascinante mondo, attraverso i corsi dedicati al disegno, alla lavorazione dell’oro, alla fusione a cera persa (antica tecnica scultorea) e alle tecniche per lavorare il mosaico (dal tagliato al filato) che sono in cantiere”.
Trasformare in ‘materia’ il profondo amore per l’antica arte orafa e dare vita a manufatti unici, ispirati al passato ma dal design contemporaneo: è questo il trait d’union che caratterizza le tre artiste romane de ‘Le Sibille’: una squadra tutta al femminile riconosciuta a livello internazionale per aver riportato in auge la lavorazione del mosaico minuto romano a misura di gioiello, che piace tanto in Giappone, Russia, America e Paesi Arabi, ma anche in Cina e Indonesia.
E se la peculiarità delle loro creazioni, apprezzate in tutto il mondo, deriva in primis dall’utilizzo di questa tecnica risalente al Settecento e quasi estinta, non è da meno la voglia di aprirsi a nuove collaborazioni ‘in rosa’ e di spingersi anche all’utilizzo di materiali ‘low cost’ e di uso comune. Ne è un esempio l’ultima neonata collezione di gioielli speziati, realizzata dall’artigiana Claudia Cherubini e prodotta in elettroformatura: sette spezie per manufatti dal forte valore simbolico.
Si narra che la vaniglia sia un forte catalizzatore di onde positive, che il peperoncino e la noce moscata rappresentino dei potenti amuleti contro l’infedeltà e che l’anice stellato, sistemato sotto il letto, tenga lontani gli incubi. “Sono proprio queste comuni credenze – dice Antonella Perugini – che hanno guidato Claudia Cherubini nella scelta delle spezie per la nuova linea di preziosi. Ogni collana, anello e orecchino porta con sé un significato e soprattutto una storia da raccontare”.
“Il nostro intento – sottolinea Francesca Neri Serneri – è rieducare il pubblico finale al consumo del gioiello, per trasmettere quei messaggi che l’oggetto stesso, al pari di un opera d’arte, può comunicare oltre la materia. Il vero lusso per noi è fare entrare il cliente in sintonia con le nostre creazioni, affinché vengano indossate come una sorta di totem con cui ci si presenta agli altri. Un simbolo del proprio essere tradotto in gioielli, per i quali spesso impieghiamo anche 60 giorni di lavorazione, con una profonda minuzia di particolari e una grande ricercatezza”.
Per i loro preziosi, Camilla Bronzini, Francesca Neri Serneri e Antonella Perugini si ispirano, infatti, alle culture e alle architetture di tutto il mondo, ma anche all’arte romana, greca e rinascimentale, con un occhio attento verso le influenze orientali e le contaminazioni.
In tal senso, oltre le spezie, c’è un’altra novità messa in campo da ‘Le Sibille’: i bijoux impreziositi con sete e lane cotte, realizzati in collaborazione con Anna Bulzoni di Anima Natura. Pochi pezzi creati ‘intrappolando’ fiori e foglie con tinture provenienti dalla clorofilla e con reagenti naturali e utilizzando lana merinos extrafine e seta purissima, il tutto mixato con argento e pietre.
“Abbiamo accolto volentieri la proposta di Anna Bulzoni – concludono le tre ‘Sibille’ – con l’obiettivo di dare spazio agli elementi naturali, in modo creativo ma anche ecosostenibile e biocompatibile. Il risultato è una serie limitata di gioielli che hanno alla base materiali di pregio, in linea con la nostra filosofia”.