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M5S, Procura Palermo: ‘Riccardo Nuti istigatore firme false’

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Palermo, 10 feb. (AdnKronos) – La Procura di Palermo non ha dubbi. Sarebbe stato il deputato nazionale Riccardo Nuti “l’istigatore” del pasticcio delle firme false del M5S alle elezioni amministrative del 2012 a Palermo. Lo scrivono i pm, nero su bianco, nell’atto conclusivo dell’inchiesta che vede indagate quattordici persone, tra cui lo stesso Nuti, insieme con altre due deputate nazionali, Giulia Di Vita e Claudia Mannino e con altri due deputati regionali, Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio. Ma a differenza dei parlamentari nazionali, che si sono persino avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm, e che sono stati sospesi dai probiviri, La Rocca e Ciaccio non solo hanno risposto ai magistrati ma hanno anche collaborato, fornendo tasselli ritenuti “molto interessanti” ai fini dell’inchiesta. Per il Procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia e la pm Claudia Ferrari, che coordinano l’inchiesta sulle firme false, gli indagati Samantha Busalacchi, Giorgio Ciaccio, Giulia Di Vita, Tony Ferrara, Giuseppe Ippolito, Claudia La Rocca, Claudia Mannino, Riccardo Nuti, Alice Pantaleone, Stefano Paradiso, Pietro Salvino, quest’ultimo marito della deputata Mannino, e Riccardo Riccardi, che era il delegato della lista grillina alle elezioni del 2012, in concorso “tra loro – scrivono i magistrati – e con altre persone non identificate, formavano falsamente i moduli per la presentazione delle candidature per le elezioni del rinnovo del Consiglio comunale di Palermo del 2012, recanti le firme dei sottoscrittori della lista dei candidati dello schieramento denominato M5S”.
In particolare, Samanta Busalacchi, ex collaboratrice del Movimento alll’Assemblea regionale siciliana), Ciaccio, La Rocca, Di Vita, Mannino, Paradiso, Ippolito, Pantaleone, Salvino e Ricciardi “sostituendo i moduli recanti le firme autentiche dei sottoscrittori con nuovi moduli contenenti false firme dei sottoscrittori medesimi”, e comunque, “agendo in concorso su istigazione e previo concerto con Riccardo Nuti, candidato capolista alle elezioni, nonché candidato sindaco collegato alla lista, facevano scientemente uso dei moduli falsificati, recanti sia le firme contraffatte sia una falsa attestazione di conformità apposta dal cancelliere Giovanni Scarpello (anche lui indagato ndr), mediante presentazione della lista recante le false sottoscrizioni alla segreteria del Comune di Palermo”.
Eccolo, nero su bianco, il capo di imputazione degli indagati. Secondo i magistrati, sarebbe stato proprio Nuti, che si è sempre definito estraneo alla vicenda, a “istigare” gli altri a compilare le liste con le firme false.