(AdnKronos) – Il primo cittadino ducale, al secondo mandato a Parma nonostante il ‘divorzio’ dal Movimento, “l’avrebbe avuta vinta facilmente, a mani basse – si dice certo Borré – peccato abbia rinunciato a chiamare Grillo e compagnia a dar conto in Tribunale della sospensione a divinis”.
Oltre ai vari risarcimenti danni che gli espulsi chiedono a Grillo, “ci sono anche le spese legali di cui occorre tener conto”, con il rischio oggettivo che l’affaire espulsioni si traduca in un vero e proprio salasso per le casse del Movimento. O meglio per Beppe Grillo in persona. Le cause attualmente in piedi, spiega infatti Borré, fanno tutte riferimento a provvedimenti adottati o ratificati dal comico genovese ‘come legale rappresentante’ dell’associazione che ha creato con Casaleggio nel 2009. “In questi casi – chiarisce l’avvocato – è tenuto a pagare chi ha agito in nome dell’associazione”, in sintesi “Grillo in persona”.
Dopo lo tsunami che la battaglia degli espulsi ha generato, nel M5S non ci sono più stati ‘cartellini rossi’ e per di più sono arrivate le nuove regole, ovvero un neo regolamento e un ‘non statuto” modificato ad hoc (chiaramente impugnati da Borré). Da qui in avanti, in caso di espulsioni, a correre il rischio di finire in tribunale e dover sborsare spese legali e risarcimenti danni “saranno i membri del collegio dei probiviri”, spiega Borré, ovvero l’organismo nato proprio per ‘alleggerire’ Grillo dalle grane giudiziarie e attualmente composto da Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro e Paola Carinelli.