Home Nazionale Mafia: difesa Dell’Utri, in nuova perizia intercettazione non c’è nome Berlusconi

Mafia: difesa Dell’Utri, in nuova perizia intercettazione non c’è nome Berlusconi

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Palermo, 14 dic. (AdnKronos) – Proprio mentre il processo sulla trattativa tra Stato e mafia si avvia verso la conclusione con l’inizio della requisitoria, prevista per oggi, è ancora scontro sulle intercettazioni delle conversazioni tra il boss Giuseppe Graviano e il detenuto Umberto Adinolfi. Secondo i consulenti di pm e della Corte d’assise in una conversazione del 10 aprile 2016 sarebbe stata pronunciata da Graviano la parola ‘Berlusca’ e la frase: “Mi ha chiesto questa cortesia…”. Ma per la difesa di Dell’Utri la parola pronunciata sarebbe stata “Bravissimo”. E oggi lo ha ribadito. E’ il difensore di Marcello Dell’Utri, l’avvocato Giuseppe Di Peri, a prendere la parola in aula per annunciare che un altro consulente, Alberto Giorgio, dopo avere eseguito una nuova perizia “con lo spettrogramma, ha potuto constatare che la parola ‘Berlusca’ o ‘Berllusconi’ “non è mai stata pronunciata”.
“Il metodo utilizzato dall’ingegner Giorgio – ha spiegato l’avvocato di Dell’Utri – è scientifico e incontrovertibile”. “I periti della Procura e della Corte- dice Di Peri – hanno affidato la valutazione delle intercettazioni alla propria capacità uditiva e alla sensibilità del proprio orecchio. E da questo è scaturito che c’è una distonia insuperabile tra l’elaborato del perito e consulente del pm e il nostro conuslente”. Da qui la decisione di chiedere l’audizione in aula del consulente Alberto Giorgio.
Già lo scorso 19 ottobre si registrò, al processo trattativa, uno scontro tra il consulente della difesa di Marcello Dell’Utri e i consulenti della procura sulle intercettazioni delle conversazioni tra il boss Giuseppe Graviano e Adinolfi. Ecco, secondo la trascrizione dei consulenti della Procura e della Corte d’assise, avrebbe detto Graviano il 10 aprile dell’anno scorso: “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo è stata l’urgenza…”. E ancora: “Nel ’92 già voleva scendere… voleva tutto, ed era disturbato, perché era… acchianavu (sono salito, ndr)… nei… con quello…”. “Lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi, lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa”, dice ancora Graviano.