Home Nazionale Mafia: giudici, Dina personalità politica priva di scrupolo vicina a boss

Mafia: giudici, Dina personalità politica priva di scrupolo vicina a boss

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Palermo, 17 ott. (AdnKronos) – Nino Dina, l’ex deputato siciliano colpito oggi dal provvedimento della sorveglianza speciale perché ritenuto “socialmente pericoloso”, secondo i giudici della sezione Misure di prevenzione, è “senza ombra di dubbio una personalità politica priva di scrupoli” “nell’avvicinarsi a contesti che certamente destano preoccupazione sotto il profilo della generica tutela della legalità”. Ecco come viene descritto, nel provvedimento di cui è in possesso l’Adnkronos, il politico per anni vicino a Salvatore Cuffaro. “Nel 2008 – dicono i giudici del collegio presieduto da Luigi Petrucci – sebbene non risulti che avesse fatto nulla di concreto per agevolare il sodalizio, alcuni mafiosi lo ritenevano un soggetto avvicinabile”. “Pur con qualche riserva – dicono i magistrati del Tribunale – Dina fa parte da sempre del gruppo di politici vicini a Cuffaro, che vince le elezioni regionali del 2001 e del 2006”. Nel 2012, quando Dina viene rieletto all’Ars, “delle indagini, avviate per altre ragioni, lo colgono addirittura mentre va a richiedere l’appoggio della famiglia mafiosa si Palazzo Adriano. La circostanza viene rimarcata dal locale capo famiglia per accreditarsi con i membri della cosca mafiosa”.
Non solo. Per i giudici “il compendio indiziario dimostra come” Dina “abbia sempre utilmente convissuto con il sodalizio mafioso”. “Si è visto come la sua traiettoria politica – dicono i giudici – che lo ha portato a ricoprire importanti incarichi all’interno delle istituzioni regionali, si è certamente intersecata in almeno due occasioni con esponenti del sodalizio mafioso”. I magistrati, nonostante Dina non si sia ricandidato alle regionali, ritengono che non basti per prendere le distanze da Cosa nostra. Perché ipotizzano “in modo ragionevole che egli possa in futuro manifestare la sua contiguità all’ambiente mafioso, nonostante la dichiarazione di non volersi più ricandidare”. (segue)