Home Nazionale Mafia: pm Di Matteo, costretto ad andare in Dna per poter continuare indagini Cosa nostra

Mafia: pm Di Matteo, costretto ad andare in Dna per poter continuare indagini Cosa nostra

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Palermo, 16 mar. (AdnKronos) – “Vorrei subito precisare che il mio trasferimento nella Procura nazionale antimafia non è una fuga, o di una resa. Ho fatto la domanda per la Dna per cercare di continuare a dare un contributo alla lotta alla mafia. Mi sono occupato di queste vicende per 25 anni, in due Procure di frontiere com Palermo e Caltanissetta. Ma ultimamente non ero più messo nelle condizioni di potere lavorare a tempo pieno su inchieste delicatissime che, a mio parere, richiedono un tipo di impegno totalizzante”. E’ la denuncia del pm antimafia Nino Di Matteo che, a margine del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, parla per la prima volta del suo trasferimento alla Procura nazionale antimafia, decisa ieri sera dal plenum del Csm.
“Negli ultimi anni sono stato costretto a conciliare la delicatezza e la gravosità di certi impegni, come il processo sulla trattativa, con la necessità di occuparmi di centinaia di procedimenti che riguardano reati comuni come furti e piccole truffe – dice ancora – Questa situazione non poteva continuare all’infinito. Soprattutto, negli ultimi tre anni, stava diventando paradossale, con l’accentuarsi di una situazione di rischio nei miei confronti e della mia famiglia”. “Ho ritenuto che la scelta della Direzione nazionale antimafia fosse quella più utile per cercare in futuro – aggiunge il pm Di Matteo – di dare un contributo soprattutto sulle vicende su cui ho sempre lavorato, a Palermo e a Caltanissetta. Spero anche in futuro di potere avere unruolo anche nel percorso di approfondimento nella ricerca della verità sulle stragi e su tutto quello che è accaduto nel ’92 e ’93. Sui rapporti alti della mafia con la politica e con il potere in generale”.