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Mafia: processo trattativa, indagato boss Graviano

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Paqlermo, 9 giu. (AdnKronos) – Il boss mafioso Giuseppe Graviano è indagato per minaccia a Corpo politico dello Stato in concorso con altri boss, per la trattativa tra Stato e mafia. Il reato gli è stato contestato, lo scorso 28 marzo, dai pm Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo, nel corso di un interrogatorio. Graviano è stato intercettato per più di un anno mentre conversava in carcere, durante l’ora d’aria, con un detenuto, Umberto Adinolfi.
Al boss mafioso, che sta scontando l’ergastolo per le stragi mafiose, viene contestato: “il reato di delitto previsto e punito dagli articoli 81 capoverso, 110, 338 e 339 Codice penale e articolo 7 decreto legislativo 152 del ’91 – come si legge agli atti – perché, in tempi diversi e con più azioni consecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso con altri soggetti taluni esponenti di vertice di Cosa nostra, tra i quali Salvatore Riina e Leoluca Bagarella, altri pubblici ufficiali che hanno agito con abuso di potere e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione, altri ancora nella veste di attivisti o esponenti politici di primo piano tra i quali Marcello Dell’Utri, per turbare alla regolare attività di corpi politici dello Stato e in particolare del governo della Repubblica usava minacce e violenza consistita nel prospettare l’organizzaizone o l’esecuzione di stragi, omicidi e altri gravi delitti, alcuni dei quali effettivamente realizzati ai danni di esponenti politici tra i quali l’onorevole Calogero Mannino e delle istituzioni, a rappresentanti di detto corpo politico, per impedirne o comunque turbarne l’attività”.