Home Nazionale Mafia: sorella poliziotto ucciso, dopo 28 anni né verità né giustizia

Mafia: sorella poliziotto ucciso, dopo 28 anni né verità né giustizia

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Palermo, 5 ago. (AdnKronos) – “Sono passati 28 anni dal quel terribile 5 agosto 1989, ma mi sembra ieri quando vi hanno barbaramente trucidati davanti ai nostri occhi. Doveva essere un giorno di festa perché oltre il mio 18esimo compleanno dovevamo festeggiare la notizia dell’arrivo del mio primo nipotino”. Inizia così una lettera aperta scritta da Flora Agostino, sorella di Antonino Agostino, il poliziotto ucciso da Cosa nostra il 5 agosto di 28 anni insieme con la moglie Ida Castelluccio, che era in attesa di un bambino. “Appena un mese prima vi eravate sposati, avevate coronato il vostro sogno, il giorno più bello ed emozionante che una coppia possa vivere insieme, eravate raggianti e non smettevate mai di sorridere e di ringraziare mamma e papà – scrive Flora Agostino – Ma la vostra nuova vita insieme è durata soltanto 1 mese e 5 giorni, perché delle… (non trovo aggettivi educati per descriverli) hanno deciso che un giorno di festa doveva trasformarsi in tragedia, purtroppo” queste persone “non hanno ancora né un volto né un nome, perché dopo tantissimi anni non abbiamo avuto né giustizia né verità”.
“Sapete, dal quel giorno mamma e papà non si sono mai fermati, hanno girato tutta l’Italia in lungo e largo affinché la vostra storia venisse conosciuta e non finisse nell’oblio come succede per le storie di tantissime altre vittime innocenti delle mafie – dice Flora – Nelle loro testimonianze vi è un enorme contenuto educativo, soprattutto per le generazioni dei più giovani che non hanno vissuto durante quegli anni; la loro immagine è diventata l’icona della lotta alla mafia”.
“La mamma durante ogni testimonianza racconta la vostra bontà d’animo, racconta di come aiutavate i più bisognosi e dei doni che portavate agli orfanelli del Buon Pastore, il suo viso si riempie sempre di lacrime e dice sempre che se quando morirà non avrà avuto ancora verità e giustizia noi figli nella sua lapide dovremmo scrivere ‘qui giace Schiera Augusta Giacoma una donna ancora in attesa di verità e giustizia anche oltre la morte’. Non sapete quanto queste parole mi feriscano e mi facciano male e soprattutto quanto, ogni volta cerco di cacciare dentro le lacrime ma non ci riesco è più forte di me”, prosegue Flora Agostino.