Home Nazionale Malattie rare: vincitori Hackathon, progetti su psicologia e qualità della vita

Malattie rare: vincitori Hackathon, progetti su psicologia e qualità della vita

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Firenze, 3 ott. (AdnKronos Salute) – Un progetto che si concentra sull’aspetto psicologico del paziente e un altro sul miglioramento della qualità della vita e il corretto e tempestivo utilizzo dei farmaci. Queste le soluzioni tecnologiche innovative, per i pazienti con malattie rare, vincitrici dell’Hackathon organizzato, con il supporto non condizionato di Shire Italia, alla Leopolda di Firenze all’interno del ‘Forum della sostenibilità e delle opportunità nel settore della salute’. Un premio di 5mila euro è andato ai team dei due progetti vincitori: ‘Spy:Hunt’ e ‘Preventable’ che, insieme ad altri tre gruppi di giovani designer, hanno presentato le loro idee al pubblico presente e a una giuria, composta da Stefano Vezzosi (direttore dipartimento Ict di Estar), Vito Colella (Market Access Manager di Shire) e Matilde Leonardi (neurologa all’istituto Besta di Milano).
“È stato un risultato fantastico, in meno di 20 ore cinque meravigliose idee: siamo tutti soddisfatti, o quasi – ha detto Alessandro Merletti De Palo di Cooperacy – A guardare i ragazzi è un peccato riscontrare nei volti degli sconfitti una malcelata amarezza. Bisogna considerare l’hackathon solo un primo step naturale di un processo più articolato. Scelta l’idea vincente, la nostra proposta di co-hack prevede un secondo step in cui integrare le altre idee come moduli aggiuntivi, o semplicemente realizzare una demo con tutti i partecipanti. È una l’idea che vince, ma tutti vi hanno contribuito. Insisteremo sicuramente per un co-hack per l’edizione 2018”.
‘Spy:Hunt’ si propone come soluzione per portare i bambini con malattie rare al centro dei giochi dei loro amici tramite una app e dei devices che permettono scambi e interazioni audio-video. I ragazzi di del team sono Filippo Bracco, Chiara Di Vece, Riccardo Vaialati e Daniele Enoletto. L’altro progetto vincitore è ‘Preventable’, un sistema di prevenzione degli attacchi attraverso l’uso di wearable device a cui sono applicati dei sensori. Il team è composto da Sirine Graiaa, Luca Cerina, Luca Paccani e Philip Grasselli.
Gli altri tre gruppi sono ‘pBook’, come il nome della piattaforma studiata da Guido Di Donato, Jacopo Fidanza, Marco Arnaboldi e Lorenzo Di Tucci. Uno strumento che aiuta il paziente a gestire la quotidianità della malattia, a migliorare la comunicazione con le equipe mediche trattanti e le comunità di chi soffre del medesimo disturbo e vive quindi problematiche simili, a tracciare e rendere immediatamente disponibili tutti i dati clinici riferiti a precedenti ospedalizzazioni ed analisi. Tutto ciò abbinato ad un wearable device che rende possibile la registrazione e la tracciatura dei dati biomedici.
Un altro gruppo, composto da Alessia Belli, Jessica Leoni, Giuseppe Franco ed Enrico Migliorini, ha proposto ‘Super Med’, un device portatile che aiuta il paziente in situazioni di movimento fornendo tutta la storia clinica e medica del paziente ad un eventuale nuovo medico, in caso di necessità. Ultimo progetto è ‘Arianna’, che ha l’obiettivo di facilitare l’orientamento della diagnosi per il paziente, ma anche per tutta la comunità di malati e di clinici. I ragazzi di ‘Arianna’ sono Martina Bellintani, Fabiola Casasopra, Niccolò Consolazio e Riccardo Cavadini.