(AdnKronos) – Tali obblighi, rilevano ambienti del settore dei giochi, “sono stati rispettati non solo dagli atti di gara pubblicati dai Monopoli nel 2009 ma, a monte, anche dallo Stato che aveva previsto espressamente la rinnovabilità e quindi la possibile prosecuzione della concessione Gratta e Vinci già nella norma primaria di riferimento, ovvero la legge 102/2009, art. 21, comma 4)”.
Relativamente a ipotetiche criticità di natura economica legate al rinnovo rispetto all’indizione di una gara, sottolineano ancora, “può essere utile ricordare le dichiarazioni, riportate dagli organi di stampa, del viceministro all’Economia Enrico Morando che intervenendo in Commissione Bilancio durante l’esame del decreto fiscale avrebbe evidenziato che ‘espletare la gara per il rinnovo della concessione per le lotterie non garantirebbe i necessari introiti di 50 milioni di euro per il 2017 e 750 milioni di euro per il 2018′, previsti invece dall’articolo 20 del decreto fiscale. Sarebbe quindi impossibile «determinare con certezza le necessarie risorse, qualora si decidesse di espletare la procedura di gara’”.
Infatti, secondo stime del Mef circolate nei giorni scorsi sugli organi di stampa, osservano, “la base di un’eventuale asta si aggirerebbe intorno ai 550 milioni, risultando così molto difficile raggiungere gli 800 milioni garantiti dal rinnovo”.