Home Nazionale Migranti: richiedenti asilo denunciano, ‘invitati a sederci lontano dai bianchi’

Migranti: richiedenti asilo denunciano, ‘invitati a sederci lontano dai bianchi’

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Palermo, 25 mag. (AdnKronos) – Discriminati perché africani e ‘invitati’ a sedersi sull’autobus lontano dai ‘bianchi’. A denunciare l’episodio di razzismo che sarebbe avvenuto martedì scorso su un pullman che copre la tratta Roma-Enna sono stati due ragazzi dello Sprar, il centro di richiedenti asilo di Piazza Armerina (Enna) gestito dall’associazione Don Bosco 2000. In base al loro racconto, dopo essere saliti alle 21 a bordo dell’autobus che li avrebbe dovuti portare nella Capitale per ritirare i propri passaporti nelle ambasciate dei Paesi d’origine, sarebbe stati fatti accomodare nei posti in fondo al mezzo.
“Quando siamo saliti sul pullman, nonostante fossimo i primi a salire e ci fossero tutti i posti liberi – racconta Modì Diawara, maliano di Kay, titolare di protezione umanitaria -, l’autista ci ha indicato di andare al piano superiore del pullman e di sederci nei sedili in fondo. Ho chiesto il perché di questa sua scelta e lui mi ha risposto dicendo che i biglietti erano numerati. In realtà non è così, nessun biglietto assegnava il posto. Ho chiesto ancora spiegazioni ma l’autista mi ha detto: ‘Si fa così e basta, se non vi va bene potete anche scendere'”. “A Roma, quando il pullman si è riempito di persone – gli fa eco Hassan Ibrahim, sudanese, anche lui titolare di protezione umanitaria – erano circa 25 gli africani seduti in fondo al pullman e il resto dei bianchi erano seduti davanti. Questo non succede neanche in Sudan, non si vede da nessuna parte al mondo”.
“Quello che è successo – dice Agostino Sella,presidente dell’associazione Don Bosco 2000 che ha in carico i ragazzi – lede i più elementari diritti dell’essere umano e configura un caso di discriminazione razziale. Il comportamento messo in atto dall’autista oltre a essere moralmente inammissibile compromette il riconoscimento e il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Quanto successo ai nostri ragazzi non resterà impunito – conclude -. Presenteremo diffida all’azienda e chiederemo alla stessa il risarcimento per danno non patrimoniale da discriminazione”.