Home Nazionale Migranti: viaggi organizzati in gommone dalla Tunisia, quindici arresti

Migranti: viaggi organizzati in gommone dalla Tunisia, quindici arresti

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Palermo, 6 giu. (AdnKronos) – La Guardia di Finanza di Palermo ha smantellato una organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono quindici i fermi eseguiti all’alba di oggi dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. I fermati, che sono di nazionalità tunisina ed italiana, sono accusati di avere fatto parte di una associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In corso di esecuzione anche il sequestro di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dal sodalizio per i traffici illeciti.
“Il sodalizio investigato, capeggiato da pericolosi pregiudicati tunisini e con elementi italiani in posizione subordinata, è risultato particolarmente attivo nell’effettuare una serie di lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese – dicono gli inquirenti – Grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, sono state trasportate in Italia persone in grado di pagare il rilevante costo della traversata e introdotte in Italia sigarette di contrabbando. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo è stato fornito ai clandestini un vero e proprio servizio “shuttle” fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – hanno potuto liberamente raggiungere le destinazioni desiderate”.
“L’organizzazione si è mostrata pronta a svolgere la propria illegale attività anche a favore di ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista – dicono ancora gli investigatori – Il sodalizio, infatti, aveva programmato (ma non ancora attuato) l’illecito approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di soggetti pericolosi in corso di individuazione, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto dalle Autorità di Polizia italiane (una volta giunto nel nostro Paese) per “terrorismo””.