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Neuromed, 3 milioni di italiani con disturbi alimentari

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Roma, 19 dic. (AdnKronos Salute) – Colpiscono circa 3 milioni di italiani e rappresentano una vera e propria epidemia sociale che interessa non solo più giovani donne, ma anche bimbi, adolescenti e uomini adulti: si tratta dei disturbi del comportamento alimentare, un fenomeno preoccupante al quale l’Irccs Neuromed di Pozzilli ha dedicato nei giorni scorsi un incontro dal titolo ‘Disturbi alimentari: diagnosi precoce e prevenzione’.
“I disturbi alimentari – sottolineano gli esperti Neuromed – sono essenzialmente disturbi della mente. Prima ancora che compaiano i segni fisici della malattia, quindi, sono già presenti da tempo quelli psicologici, che in modo sotterraneo invadono idee e i pensieri dei ragazzi. Ecco che il cambiamento fisico si accompagna e, a volte, viene preceduto da un grande cambiamento di carattere: instabilità emotiva, irritabilità, sbalzi del tono dell’umore, insonnia. Bisogna quindi tenere conto che i disturbi alimentari sono diversi e l’inizio può essere molto subdolo e insidioso. È importante – ribadiscono – condividere i propri dubbi con il medico di famiglia o il pediatra, e rivolgersi quanto prima ai servizi specialistici”.
“Le sindromi più frequenti – osservano gli specialisti Neuromed – sono ormai molto lontane dai quadri classici cosiddetti ‘puri’, come anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata. C’è stata invece una mutazione – osservano – e dall’iniziale caratterizzazione ‘astinente’ dell’anoressia, dove il disturbo si manifestava e esauriva esclusivamente col digiuno, ha fatto seguito, attorno agli anni ’70, l’innesto di alcuni comportamenti tipici del versante bulimico”.
“Sono comparsi disturbi alimentari maschili – proseguono – assenti fino a dieci anni fa, con espressioni nuove della patologia, come la bigoressia, ovvero l’ossessione per un’eccessiva muscolatura, e l’ortoressia, l’ossessione per il cibo ‘sano’. La loro diffusione si accompagna anche ad una importante modificazione delle caratteristiche psicopatologiche. Un cambiamento rapido, importante, che sembra interpretare un disagio diffuso”.
“Sono vere e proprie nuove forme di depressioni moderne – ha spiegato Laura Dalla Ragione, direttore Dca Usl Umbria 1 e docente Università Campus Bio-Medico di Roma – Oggi un adolescente, quando ha un problema o se entra in uno stato di crisi, spesso, più che di ammalarsi di depressione, manifesta un disturbo del comportamento alimentare. Quindi non è un disturbo del cibo, ma è un disturbo più profondo, un disturbo ‘dell’anima’”.
“Inoltre – evidenziano da Neuromed – una vera emergenza risulta essere l’aumento di incidenza dei Dca in età infantile e preadolescenziale: fino a non molti anni fa quando si parlava di disturbi della nutrizione o del comportamento alimentare nell’infanzia si faceva riferimento a condizioni che si presentavano quasi esclusivamente nella prima infanzia come la Pica, il disturbo di ruminazione ed il disturbo evitante/restrittivo dell’alimentazione. A queste forme, piuttosto rare, si affiancano oggi in numero sempre maggiore casi di bambini e preadolescenti con alterazioni del comportamento alimentare e relativi quadri clinici molto simili a quelli fino a poco tempo fa osservabili solo nell’adolescente e nell’adulto”.
Un quadro epidemiologico che sembra drammatico, anche se negli ultimi anni la ricerca scientifica e l’esperienza clinica hanno dimostrato che ci sono motivi reali di ottimismo nel trattamento dei Dca: “Abbiamo messo a punto terapie molto specializzate e siamo in grado di curare i disturbi – puntualizza Dalla Ragione – Tuttavia non siamo ancora in grado di bloccare questa epidemia, perciò le campagne di prevenzione devono riguardare tutta la popolazione, come il mondo della scuola, dello sport, dei mass media e delle diete. Cruciali, perciò – conclude – sono prevenzione e diagnosi precoce”.