Home Nazionale Palermo: a ottobre torna il ‘Festival Letterature migranti’ (2)

Palermo: a ottobre torna il ‘Festival Letterature migranti’ (2)

0

(AdnKronos) – Il Festival propone cento conversazioni letterarie a partire da 50 libri a cui prenderanno parte circa 150 tra autori e discussant (una comunità, questi ultimi, di autori, critici, docenti, esperti e giornalisti palermitani o a Palermo residenti). Il programma letterario è diviso in sei cornici tematiche: la sezione Alfabeti dedicata ai fenomeni della contemporaneità; Lost (and Found) in Translation sul tema della traduzione; Palermo a pezzi sul racconto della città di Palermo; Meticciati in cui si riflette sull’esperienza della mescolanza; la sezione Terre perse dedicata al tema dei luoghi che mutano la propria identità; Come stare al mondo, sezione che ospita interventi di autori che in modi diversi – dalla scrittura narrativa al reportage televisivo – si confrontano con il racconto di come gli esseri umani stiano al mondo.
Il programma, redatto da un comitato guidato da Davide Camarrone, direttore del Festival, giornalista e scrittore, e dallo scrittore Giorgio Vasta, costituisce una sorta di guida al Contemporaneo, di canone, di cifrario per l’interpretazione del tempo convulso che stiamo vivendo: attraversato da migrazioni di popoli e di culture, sconvolto da un’emergenza ambientale e da crisi e conflitti. Tra gli autori, numerosi testimoni italiani, europei e provenienti dall’Africa, dal Medio e dall’Estremo Oriente. Tra questi segnaliamo Frank Westerman, giornalista e scrittore olandese, la scrittrice e giornalista Flore Murard-Yovanovitch, lo psicologo Fabrice Olivier Dubosc, che riflette sulle possibili forme di una psicologia coloniale, la scrittrice e giornalista siriana Samar Yazbek, lo scrittore ceco Patrik Ouredník.
Il pianista iraniano Ramin Bahrami è il protagonista indiscusso della nuova sezione musicale del Festival, diretta da Dario Oliveri e realizzata in collaborazione con il Teatro Massimo di Palermo, il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” e la Fondazione Sicilia a Palazzo Branciforte. Pianista di notorietà internazionale, Ramin Bahrami (Teheran, 1976) concepisce la musica quale linguaggio senza confini e descrive la figura di Johann Sebastian Bach come quella di un “grande viaggiatore”, capace di far migrare verso le sue opere i ritmi, le melodie, i linguaggi di popoli e tradizioni lontanissimi fra di loro. Attraverso le parole di Ramin Bahrami, la musica di Bach diverrà infatti al Festival lo specchio di un mondo ideale, «dove l’Oriente e l’Occidente si amano e si divertono insieme, dove il nero fa l’amore con il bianco, dove il tedesco si innamora del ritmo siciliano, dove tutto è al servizio della perfezione e della bellezza».