(AdnKronos) – E sarà questa la risposta che la minoranza si prepara a dare se alla fine imboccherà la strada della scissione. “Facciamo una scissione sul nulla, dice Renzi? Dica quello che vuole, se ce ne andiamo a noi interessa più niente di quello che fanno o dicono nell’ex-Pd, nel partito di Renzi…”, osserva un bersaniano. Un eventuale nuova formazione nascerebbe senza aver chiaro con quale legge elettorale si andrà al voto. “E’ chiaro che se ce ne andiamo, lo facciamo adesso. E la legge elettorale, qualunque sia, da qui deve passare… Al Senato i numeri sono quelli che sono e senza di noi, non si approva nessuna legge elettorale”.
“Lo spazio per evitare la sciagura ci sarebbe”, osserva Cuperlo ma la convivenza nel Pd ormai va oltre la politica: “Ieri in Direzione mi ha colpito la disistima reciproca, era evidente. Abbiamo ancora qualche giorno, prima di domenica, per provare a ricucire, per evitare un esito che farebbe male a tutti, a chi se ne va e a chi resta. Mi auguro che nelle prossime ore ci sia un sussulto”.
Anche Francesco Boccia, vicino a Michele Emiliano, spera nel ‘sussulto’. “Vediamo che succede di qui a domenica. E’ chiaro che anche per noi un congresso cotto e mangiato non ha senso. Un percorso inferiore a 4 mesi non è un congresso. E’ una farsa e non parteciperemo”. Ma ve ne andreste anche voi con la minoranza? “Vediamo cosa succede”, risponde Boccia. Chi sembra aver già deciso che non seguirà i bersaniani in una eventuale scissione è Enrico Rossi che da’ per “altissima” la probabilità di una sua candidatura al congresso.