(AdnKronos) – “Prodi si muove in totale autonomia”, specifica Zoggia ma le sue riflessioni “sono una ragione in più per continuare nel nostro percorso. Prima del 4 dicembre era la minoranza contro tutti, ora siamo un po’ meno soli…”. Due giorni fa alla Camera c’è stata una riunione dei ‘giovani turchi’ con parlamentari e esponenti del territorio e, pur nel ribadire lealtà a Renzi, non pochi sono stati gli interventi critici sul segretario.
Tornare al centrosinistra, tornare ai valori della sinistra sono le linee guida della minoranza Pd. E i bersaniani evidenziano come, di contro, non ci sarebbe una direzione di marcia chiara dalle parti del Nazareno. “C’è una certa confusione su come rilanciare il partito… Dopo che le cose più significative sono state sconfessate, dalle riforme alla scuola al lavoro, che cosa raccontano al Paese? Cosa gli va a raccontare Renzi agli amministratori la prossima settimana?”.
La leadership renziana, secondo la minoranza, è ormai appannata. “Con Renzi non vinceremo mai”, ha sentenziato Massimo D’Alema. I bersaniani non lo dicono apertamente ma sono a caccia di un leader alternativo. Il nuovo Prodi, appunto. Bersani, l’altro giorno in Transatlantico, diceva che per ora siamo a un identikit, “non ci sono nomi”. C’è chi pensa a Michele Emiliano. Chi a Enrico Letta, “una personalità che potrà essere ancora molto utile al Paese”, dicono nella minoranza.