Roma, 6 mar. (AdnKronos) – L’industria petrolifera deve investire di più, a breve, per tenere il passo con la domanda sempre crescente altrimenti ci sarà il rischio di un forte aumento dei prezzi dopo il 2020. A suonare il campanello d’allarme è l’Agenzia internazionale per l’Energia nel bollettino mensile pubblicato oggi.
Il quadro globale, sottolinea l’Aie, appare buono per i prossimi tre anni “ma la crescita dell’offerta rallenterà in modo notevole” dopo il 2020. Il trend della domanda e dell’offerta, infatti, indicano un mercato globale di petrolio con riserve nel 2022 che potrebbe scendere ad un livello minino dagli ultimi 14 anni.
Nei prossimi anni, rileva l’Agenzia, la fornitura di petrolio dovrebbe essere in crescita negli Stati Uniti, Canada, Brasile “ma questa crescita potrebbe registrare un stallo entro il 2020” a causa del “crollo record degli investimenti registrati nel 2015 e nel 2016” se il trend non sarà invertito. La domanda di petrolio aumenterà nei prossimi cinque anni, passando da 100 milioni di barili al giorno nel 2019 a circa 104 mb/g entro il 2022. “A meno che gli investimenti a livello globale registrino nuovi aumenti si profila all’orizzonte un nuovo periodo di volatilità dei prezzi del greggio”, sottolinea Fatih Birol, il direttore esercutivo dell’Aie.