Home Nazionale Pfas: Lorenzin, monitoraggio in corso ma per ora nessuna criticità in Veneto

Pfas: Lorenzin, monitoraggio in corso ma per ora nessuna criticità in Veneto

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Roma, 14 nov. (AdnKronos Salute) – “Fermo restando che la valutazione complessiva relativa alla contaminazione degli alimenti e alla ricaduta di tale contaminazione in termini di esposizione della popolazione sarà effettuata al termine delle attività, posso comunque anticipare che i risultati raccolti finora non hanno segnalato criticità che richiedessero l’adozione, in itinere, di misure particolari”. A spiegarlo è stato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in merito all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nel Veneto.
Lorenzin si è infatti soffermata sul capitolo della sicurezza alimentare, ricordando come in questo quadro “il programma di monitoraggio ha preso in esame un campionamento statisticamente significativo di prodotti alimentari di origine animale e di origine vegetale provenienti da allevamenti e coltivazioni sia intensivi che rurali presenti nelle aree di interesse. Sono stati raccolti oltre 1100 campioni e il termine delle attività è previsto per novembre”. Ebbene, l’unica eccezione finora “emersa, nel corso di una riunione organizzata dalla Regione del Veneto lo scorso 11 ottobre a Venezia, è quella relativa al livello di contaminazione rilevato in campioni di alcune specie ittiche raccolte nelle acque interne. In merito a tali riscontri – ha spiegato il ministro – l’Iss ha concordato con la Regione sulla opportunità di definire misure di natura precauzionale, quali il divieto di consumo del pesce di cattura nelle aree interessate”.
L’Italia “è il primo Paese europeo a definire standard di qualità ambientale per Pfas”, ha ricordato Lorenzin. In Veneto il monitoraggio ha evidenziato in questi anni la “sostanziale riduzione delle concentrazioni di Pfos e Pfoa nelle acque: ciò per ragioni riconducibili principalmente all’evoluzione delle tecnologie di trattamento e a un costante potenziamento dell’efficienza dei sistemi idro-potabili”. Il rapporto citato dal ministro evidenzia come i valori oggi “si considerano ridotti di circa un ordine di grandezza, e cioè risultano circa 10 volte inferiori rispetto ai valori massimi di performance indicati dall’Iss con il parere iniziale del gennaio 2014”.
Il trend di progressiva diminuzione dei valori di esposizione a Pfas attraverso le acque potabili “riguarda tutti i territori interessati”. Dunque secondo il ministro “con specifico riferimento alla definizione di limiti di Pfas nelle acque destinate al consumo umano, l’Istituto” superiore di sanità “ha agito con tempestività e rigore scientifico improntato alla massima precauzione per la gestione dei rischi del territorio Veneto interessato dalla contaminazione Pfas sin dall’emergenza dei fenomeni. Le azioni dell’Istituto” hanno portato “ad un abbattimento dei valori di soglia, tali da ottenere nelle acque distribuite livelli di concentrazione di Pfoa e Pfos di un ordine di grandezza inferiori rispetto ai valori massimi indicati da questo Istituto nel parere di gennaio 2014”.