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Roma, 7 mar. (AdnKronos Salute) – “La politica del Giappone di riportare gli sfollati del disastro di Fukushima in aree ancora pesantemente contaminate va contro le leggi dello Stato nipponico e viola numerosi trattati internazionali sui diritti umani”. La denuncia arriva da Greenpeace Giappone, che oggi ha diffuso un rapporto in cui si rivelano gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di donne e bambini in questi 6 anni dall’incidente. Greenpeace Giappone e Human Rights Now chiedono al governo un intervento immediato.
Da una recente indagine condotta da Greenpeace Giappone è emerso infatti che i livelli di radioattività riscontrati nelle case di Iitate, una delle zone in cui dovranno rientrare gli sfollati, sono ben al di sopra dei limiti a lungo termine stabiliti dal governo nipponico e presenterebbero un rischio per i cittadini che facessero ritorno nell’area. A Iitate esiste ancora un rischio radiologico inaccettabile, sostiene l’associazione: alcuni cittadini che torneranno saranno esposti al rischio equivalente a quello di una radiografia del torace a settimana. Solo il 24% di questa area è stata decontaminato, nonostante il sito del governo riporti che la decontaminazione è stata completata. L’ordine di evacuazione da queste aree cesserà in molte aree di Iitate entro il 31 marzo, a un anno dalla fine dell’erogazione dei risarcimenti ai cittadini evacuati.
La politica di ricollocamento del Giappone – segnalano ancora gli attivisti – contravviene al Nuclear Disaster Victims Support Act del giugno 2012, provvedimento che stabilisce le responsabilità del governo nipponico nei confronti dei sopravvissuti. Greenpeace Giappone e diverse organizzazioni della società civile giapponese (Human Rights Now, Friends of the Earth Giappone, e Azione Green Giappone) hanno recentemente inviato una lettera ai relatori speciali del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc), chiedendo che valutino le questioni in materia di diritti umani che devono affrontare i sopravvissuti di Fukushima.