(AdnKronos) – Rispetto al 2015 le famiglie che peggiorano le loro condizioni sono sostanzialmente quelle numerose, soprattutto coppie con 3 o più figli minori (l’incidenza passa dal 18,3% del 2015 al 26,8% del 2016). Inoltre, l’incidenza della povertà assoluta raggiunge valori elevati per le famiglie in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione (23,2%) o inquadrata in una posizione professionale non apicale (12,6% per gli operai o assimilati), mentre rimane contenuta per le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (3,7%).
Se si considera il titolo di studio, l’incidenza di povertà assoluta presenta il valore minimo, pari al 4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha ottenuto almeno il diploma, mentre sale all’8,2% per chi ha al massimo la licenza elementare. Anche l’età della persona di riferimento è inversamente correlata con i valori dell’incidenza di povertà: il valore minimo (pari a 3,9%) si raggiunge per le famiglie con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne.
Nel 2016, le famiglie con componenti sia italiani che stranieri registrano un valore dell’incidenza di povertà assoluta pari al 27,4%, in netto peggioramento rispetto al 2015 (14,1%); questo fenomeno riguarda soprattutto le famiglie residenti nel Nord, che passano dal 13,9% al 22,9%. L’incidenza è molto più contenuta tra le famiglie di soli italiani (4,4%, come nell’anno precedente), mentre raggiunge il 25,7% per le famiglie di soli stranieri (con valori più contenuti rispetto al 28,3% registrato nel 2015).