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Salute: anziani più smart grazie alla dieta mediterranea

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Roma, 5 gen. (AdnKronos Salute) – Il segreto per un cervello sempre giovane si cela nei piatti della tradizione ‘made in Italy’. A mettere in luce un’altra virtù della già tanto celebrata dieta mediterranea è una ricerca pubblicata su ‘Neurology’ dal team di Michelle Luciano dell’University of Edinburgh, in Scozia. Lo studio mostra che gli anziani che seguono la dieta mediterranea conservano un volume cerebrale maggiore rispetto a quelli che non lo fanno, o che non sono particolarmente rigorosi. “Via via che invecchiamo il nostro cervello si rimpicciolisce e perdiamo cellule cerebrali, cosa che può influire su memoria e apprendimento”, ricorda la studiosa. “Questa ricerca si aggiunge a quelle che suggeriscono come la dieta mediterranea abbia un impatto positivo sulla salute del cervello”.
Il team ha esaminato le abitudini alimentari di 967 scozzesi di circa 70 anni, senza segni di demenza. Fra questi, 562 sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale a 73 anni, per misurare il volume del cervello. In questo gruppo poi 401 persone sono tornate per un secondo esame a 76 anni. In questo modo i ricercatori hanno potuto confrontare i risultati delle misurazioni con la dieta seguita. Ebbene, quelli con abitudini più rigorosamente mediterranee (che includono il consumo di tanta frutta e verdura, olio d’oliva, legumi e cereali, moderata quantità di pesce, formaggi e vino e una limitato quantitativo di carne rossa e pollame, ricordano i ricercatori) hanno conservato più degli altri il volume cerebrale. In pratica, contrastando l’effetto dell’invecchiamento.
Risultati che si sono conservati anche quando i ricercatori hanno tenuto conto di altri fattori come età, studi, presenza di diabete o ipertensione. Al contrario di altri lavori, però, i ricercatori hanno visto che il consumo di carne o pesce non risulta correlato a cambiamenti cerebrali. “E’ possibile che altri componenti della dieta mediterranea siano responsabili di questo legame, o che ciò sia dovuto a tutti i componenti in combinazione”, dice Luciano.
La ricercatrice sottolinea come il campione sia stato osservato nel tempo. “Nel nostro studio le abitudini alimentari sono state misurate prima del volume cerebrale, e questo suggerisce che la dieta sia in grado di fornire una durevole protezione al cervello. In ogni caso – conclude – occorrono studi più vasti per confermare questi risultati”.