Home Nazionale Salute: disfagia per nonni e nipoti, colpiti 35% bimbi e 40% ‘over 65’

Salute: disfagia per nonni e nipoti, colpiti 35% bimbi e 40% ‘over 65’

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Roma, 6 mar. (AdnKronos Salute) – Nonni e nipoti con un problema in comune: la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi. La disfagia nei bambini ha infatti una prevalenza tra il 25% e il 45% e può causare il rifiuto di alimentarsi, l’intolleranza ad alcune consistenze di cibo e l’assenza di crescita. Tra gli anziani invece il 40% circa presenta disturbi di deglutizione. Numeri che possono salire per chi ha subito un ictus (fino all’80%), soffre di Parkinson (52-82%) o Alzheimer (84%). E che si attestano ben oltre il 50% in caso di ospedalizzazione.
La disfagia sarà il tema al centro della Giornata europea della logopedia, che in Italia sarà organizzata dalla Federazione logopedisti italiani (Fli) con una serie di iniziative. Saranno predisposte schede educative e informative disponibili sul sito Fli e sarà attivo il numero telefonico della Federazione per contattare dal 6 al 10 marzo, dalle 10 alle 12.
Il problema, spiegano infatti gli esperti, potrebbe essere alleviato con 5 semplici accorgimenti:
– Attenzione alla tosse durante i pasti: se insistente rivolgersi tempestivamente agli specialisti
– Attenzione all’acqua, elemento difficile da gestire, andrebbe addensata con gli appositi gelificanti
– Basta pastina in brodo: crea difficoltà poiché unisce cibi di consistenza diversa, quindi preferire alimenti a consistenza omogenea come purè e passati);
– Verificare la postura: giusto allineamento di capo, collo e tronco. Per le persone allettate sollevare il busto durante i pasti e mantenere la posizione per almeno un’ora dopo
– Controllare l’apporto calorico e l’idratazione, spesso insufficienti in chi ha difficoltà di deglutizione con conseguente malnutrizione.
“Si tratta di una patologia – spiega la presidente dei logopedisti, Tiziana Rossetto – causata da alterazioni del controllo di nervi o muscoli, determinate da diversi quadri clinici. Alla base vi sono debolezza e problemi strutturali nella coordinazione dei muscoli della bocca e della gola, con conseguente passaggio di cibo o liquidi in trachea invece che in esofago, fenomeno potenzialmente pericoloso che può portare, se non trattato, alla polmonite”. .
In generale, osservano gli esperti, le cause più comuni possono essere traumi cerebrali, cervicali e vertebrali, ictus, malattie che colpiscono la funzionalità muscolare (Parkinson, sclerosi multipla, Sla), malattie congenite (come la sindrome di Down e la paralisi cerebrale).
I campanelli d’allarme sono molti e di facile individuazione: “Il passaggio di sostanze alimentari nelle vie aeree – continua Rossetto – si può manifestare in modo evidente con senso di soffocamento, tosse insistente, comparsa di colorito rosso o cianotico al volto, oppure silente nei casi in cui piccole quantità di alimenti raggiungono i bronchi senza che la persona avverta sintomi”.
“Nel bambino – osserva ancora – si possono presentare mancata crescita, rifiuto ad alimentarsi, intolleranza ad alcune consistenze di cibo, problemi nella masticazione, alterazione della sensibilità del viso e della bocca. Più in generale i sintomi sospetti sono la tosse involontaria, comparsa di voce velata o gorgogliante durante o dopo la deglutizione, la fuoriuscita di liquidi o di cibo dal naso, il fastidio o il dolore, la sensazione che parte del cibo resti in gola. Questi sintomi naturalmente provocano un allungamento del tempo dedicato al pasto e il progressivo cambiamento delle abitudini alimentari”.
“Ai primi sintomi – conclude la logopedista – sarà il confronto con il proprio medico di base o il pediatra a indirizzare verso una valutazione specialistica. Ma il professionista sanitario maggiormente coinvolto nella valutazione e rieducazione della disfagia è il logopedista, che in collaborazione con gli specialisti coinvolti nei diversi processi di valutazione e gestione (in primis il medico foniatra) potrà valutare la necessità di approfondimenti clinici o di ulteriori valutazioni specialistiche, utili a identificare e gestire il problema”.