Home Nazionale Salute: l’etologo, contro invasione ratti e cinghiali stop a rifiuti selvaggi

Salute: l’etologo, contro invasione ratti e cinghiali stop a rifiuti selvaggi

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Roma, 14 apr. (AdnKronos Salute) – La capitale trasformata in un habitat ospitale per insoliti visitatori: negli spazi verdi ma anche in strada e nelle piazze si incontrano roditori, gabbiani, cinghiali. E i rifiuti lasciati in strada da cittadini, turisti e anche ristoratori non fanno che aggravare la situazione. La proliferazione di animali che in certi casi possono trasmettere anche infezioni “nasce proprio dalla quantità di avanzi di cibo e dalla loro accessibilità – spiega all’Adnkronos Salute, Enrico Alleva, etologo dell’Istituto superiore di sanità e accademico dei Lincei – Il problema è essenzialmente quello dei rifiuti facilmente disponibili, e del degrado. E per combatterlo bisognerebbe innanzitutto cambiare il comportamento dei romani”.
Non solo: la spazzatura oltre ad attirare gli animali “fa esplodere le popolazioni di questi ‘commensali della specie umana’ – prosegue Alleva – In particolare, per i roditori il numero di figli e gravidanze è proporzionale alle condizioni di salute e alimentazione delle madre”. Dunque, più cibo si trova in strada più i topi e i ratti ne sentono il richiamo, più mangiano e più si riproducono”. E con l’arrivo del caldo la diffusione di questi animali non può che peggiorare. “Il rischio riguarda soprattutto le aree urbane – osserva – Le persone passano più tempo all’aperto e andrebbero educate a non lasciare in giro rifiuti commestibili”.
Lo stesso discorso spiega l’arrivo dei cinghiali, che nell’ultimo periodo sono stati avvistati sempre più spesso in città, destando preoccupazione per il progressivo avvicinamento ai centri abitati, soprattutto nel quadrante nord di Roma. “Per i cinghiali vale lo stesso discorso dei roditori – sottolinea ancora l’esperto – Peraltro sono animali sempre meno timidi, per cui diminuisce la ‘distanza di fuga’. Il sistema più semplice per intervenire – conclude – è mettere delle reti per impedirne l’accesso nei centri residenziali”.