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Sanità: Siria al collasso, Gemelli e Avsi a sostegno ospedali

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Roma, 16 feb. (AdnKronos Salute) – Prestazioni mediche gratuite, formazione del personale sanitario e un contributo economico di un milione di euro per far fronte all’emergenza umanitaria siriana. La Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma partecipa al progetto ‘Ospedali aperti’ in Siria, ideato e sviluppato dalla Fondazione Avsi in aiuto della popolazione locale stremata dal conflitto, attraverso il sostegno a tre strutture cattoliche: l’ospedale Saint Louis di Aleppo, quello francese e quello italiano di Damasco.
Una ‘missione’ che impegnerà la Fondazione Gemelli per il 2017 come unico partner scientifico e sanitario in risposta all’appello del Nunzio Apostolico in Siria, il cardinal Mario Zenari, insieme a monsignor Giampietro Dal Toso, segretario delegato del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, presentata oggi nella sede del Policlinico Gemelli.
Dopo quasi sei anni di guerra il sistema sanitario in Siria è al collasso. Le stime più recenti dell’agenzia dell’Onu Ocha parlano di 11,5 milioni di persone che non hanno accesso alle cure. E il 40% sono bambini, ben 4,5 milioni di minori. Solo ad Aleppo sono oltre 2,2 milioni le persone senza possibilità di accedere alle cure mediche, mentre circa 1 milione è nella stessa condizione nella capitale Damasco. Le infrastrutture sanitarie ancora in funzione versano in condizioni drammatiche: si stima che il 58% degli ospedali pubblici e il 49% dei centri sanitari pubblici siano chiusi o solo parzialmente funzionanti e che più di 658 persone che lavorano in queste strutture siano rimaste uccise dall’inizio della crisi.
La mancanza di ostetriche è un risvolto drammatico dell’emergenza: si contano circa 300 mila donne incinte oggi in Siria non in grado di ricevere cure adeguate. La speranza di vita nel Paese si è ridotta drasticamente di 15 anni per gli uomini e di 10 anni per le donne. Per questo l’obiettivo generale del progetto è quello di un supporto al miglioramento delle condizioni psico-fisiche delle popolazioni più vulnerabili di Aleppo e Damasco attraverso la facilitazione di accesso alle cure sanitarie e delle condizioni strutturali degli ospedali.
Il progetto, che durerà tre anni, punta a creare 42.815 posti letto per i poveri l’anno. L’intervento della Fondazione Gemelli si svilupperà attraverso lo stanziamento di 1 milione di euro (500 mila euro in risorse finanziarie e 500 mila per la formazione del personale). La formazione e aggiornamento del personale sanitario delle strutture siriane avverrà attraverso sessioni formative e training negli ospedali di Beirut in Libano. Mentre la fornitura gratuita delle prestazioni sarà garantita da un ‘basket fund’ alla cui creazione la Fondazione partecipa sia in forma diretta sia attraverso l’attrazione di nuovi donatori.
“In Siria si è consumata una tragedia umana di proporzioni epocali – spiega Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli – La partecipazione del Gemelli in termini di risorse economiche è poca cosa rispetto all’immane sacrificio cui è sottoposta la popolazione. Ma restiamo tenacemente appassionati al bisogno delle persone: da una grande tragedia che distrugge il tessuto civile, economico e strutturale si esce con piccoli gesti concreti. E la ricostruzione di condizioni di minima assistenza sanitaria è uno dei passi fondamentali”.
“In Siria si vedono atrocità inaudite – osserva il cardinal Zenari – ma non bisogna dimenticare i gesti eroici di chi ha perso la vita assistendo il prossimo. Sono stati 126 gli attacchi nel 2016 alle strutture sanitarie. Circa l’80% della popolazione vive nella povertà. La Siria è distrutta, c’è urgenza di ricostruire le infrastrutture, ma prima di tutto vanno riparate le rotture corporali e spirituali delle persone”.
“In Siria manca tutto, mancano i centri di cura, risorse umane, apparecchi medici e medicina che può salvare la vita delle persone – racconta Joseph Fares, primario dell’ospedale italiano di Damasco – L’importanza di questo progetto è sostenere ospedali cattolici e dimostrare il loro ruolo positivo nel superamento della crisi”.
“Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti – osserva Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi – e il supporto del Gemelli ci incoraggia”. Rocco Bellantone, direttore Chirurgia endocrina e metabolica della Fondazione Gemelli e preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma, sottolinea la “vicinanza dell’ospedale alla popolazione siriana bisognosa di assistenza”. Per monsignor Giampietro Dal Toso, ‘Ospedali aperti’ in Siria è un “segno di speranza. Come Chiesa cattolica possiamo aprire una prospettiva verso il futuro, ricostruendo non solo edifici ma anche persone”.