Home Nazionale Sindacati: “Grande affluenza edili in piazza, ora governo risponda”

Sindacati: “Grande affluenza edili in piazza, ora governo risponda”

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Roma, 25 mag. (Labitalia) – Grande affluenza di lavoratori dell’edilizia nelle manifestazioni interregionali che si sono svolte oggi in occasione della mobilitazione nazionale proclamata dai sindacati delle costruzioni FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. In oltre 5.500 hanno partecipato alla manifestazione di Bologna, dove solo confluite le delegazioni dalle regioni del Nord, 3mila le presenze a Roma sotto il ministero dello Sviluppo Economico, con delegazioni dalle regioni del Centro Italia, oltre 4mila i lavoratori del Mezzogiorno che hanno partecipato alle manifestazioni di Bari, spostata al chiuso per la pioggia, e di Palermo e Cagliari.
Pensioni, lavoro, sicurezza, contratto le parole d’ordine al centro della piattaforma unitaria, che i segretari generali, Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi, hanno ribadito dai palchi di Bologna Roma e Bari. Pieno appoggio e solidarietà agli edili sono arrivati dai segretari generali delle confederazioni: impegnata nei congressi, Annamaria Furlan da twitter ha fatto sapere che “la Cisl sostiene la mobilitazione degli edili nelle città italiane”, mentre Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo hanno portato la solidarietà di Cgil e Uil al presidio romano.
Al primo posto della mobilitazione è la richiesta al governo di intervenire per correggere i requisiti per l’accesso all’Ape agevolata, che per i sindacati penalizzano proprio gli edili, caratterizzati dalla discontinuità lavorativa. Una ingiustizia che genera drammi, secondo il sindacato.
Come ha ricordato il segretario generale Filca-Cisl, Franco Turri, dal palco di Roma, ”anche nel 2017 continua la strage sui posti di lavoro: ad oggi sono morti 255 lavoratori, di cui 55 nelle costruzioni”. “Nel nostro settore, inoltre, aumentano le vittime – ha incalzato – con più di 55 anni: oltre una certa età non è possibile lavorare sulle impalcature, nelle cave, nelle cementerie. La riforma delle pensioni ha permesso il superamento della legge Fornero, ma non basta: bisogna allargare i criteri dell’Ape sociale, consentendo a un numero maggiore di lavoratori edili di andare in pensione prima e senza penalizzazioni. Infine, bisogna rafforzare i sistemi ispettivi nei cantieri, e introdurre strumenti come la Patente a punti, in grado di selezionare le imprese virtuose”.
E di qualità del lavoro e delle imprese ha parlato il segretario generale FenealUil, Vito Panzarella, dal palco di Bologna, a pochi giorni dalla ripresa del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale del comparto: “Chiediamo alle nostre controparti di accettare fino in fondo la sfida della qualità, della valorizzazione dell’occupazione stabile e del riconoscimento delle professionalità. Insieme, attraverso la contrattazione, possiamo contrastare la destrutturazione e la dequalificazione che negli ultimi anni hanno fortemente indebolito il settore delle costruzioni. Occorre arrivare a definire un vero e proprio ‘contratto di cantiere’, perché alla prolungata violenza della crisi non si può rispondere diminuendo garanzie e tutele ma, al contrario, vanno innovati i diritti e aggiornati gli strumenti”.
Sindacati e parti sociali devono fare la propria parte, ma occorre l’intervento del governo per affrontare la grande emergenza del paese, il lavoro, ha ricordato da Bari il segretario generale Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi: “Occorre far ripartire gli investimenti pubblici e privati, a cominciare dagli interventi sul sistema infrastrutturale, che è al collasso. E insieme la messa in sicurezza del territorio, penso al piano nazionale scuole sicure, al Piano nazionale per le periferie, la riqualificazione dell’edilizia popolare: vogliamo sapere perché i cantieri non partono, e incalzare, protestare, proporre. Perché ognuno faccia la propria parte, imprese, stazioni appaltanti e pubbliche amministrazioni. Questo, tutti insieme, forti della nostra unità sindacale, chiediamo oggi e continueremo a chiedere”. Su tutto questo, centinaia di migliaia di lavoratori dell’edilizia insieme agli 800mila che dal 2008 hanno perso il lavoro attendono risposte.