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Smog: Legambiente, a Torino 70 giorni superamento Pm10 e Milano 59

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Roma, 21 ott. (AdnKronos) – Aria sempre più inquinata con un bollettino rosso in peggioramento. Da gennaio a oggi a Torino salgono a 70 i giorni di superamento di PM10, mentre Milano è arrivata a quota 59 giorni. Male anche Pavia (66 giorni), Cremona (65) e Padova (60). È quanto denuncia Legambiente che ha aggiornato di nuovo i dati di “Pm10 ti tengo d’occhio” riportando da gennaio a metà ottobre, quelle città che hanno superato il limite di legge dei 35 giorni di sforamento, con una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo, previsto per le polveri sottili (PM10).
Ma oltre al PM10, la cappa di smog che sta sovrastando la Pianura Padana e molte regioni del Nord Italia è composta anche di ossidi di azoto (NOx ), la cui fonte principale ancora oggi è costituita dai trasporti stradali e in particolare dalle auto. Da Torino a Milano passando per Roma sono scattati anche i blocchi delle auto Euro4, e i più moderni Euro5 e Euro6. Azioni mirate ma prese con troppa lentezza e che secondo Legambiente non basteranno a contrastare l’emergenza smog e a ridurre le emissioni inquinanti. Quello che serve, afferma l’associazione, è un pacchetto di interventi concreti e coraggiosi che coinvolgano tutte le città d’Italia, a partire dalla messa al bando, tra il 2020 e il 2025, dei motori diesel e dei veicoli più inquinanti dalle metropoli italiane con più di 50mila abitanti, con standard sempre più elevati da dover rispettare per poter accedere alle aree urbane.
L’addio ai diesel, per Legambiente, sarà un processo possibile, lento ma inesorabile, che in questa fase di transizione deve essere accompagnato da altre azioni concrete: è fondamentale mettere in campo politiche tariffarie ad hoc come la road pricing e la ticket pricing per l’ingresso con veicoli a motore nelle aree urbane, sull’esempio dell’Area C di Milano che ha istituito zone a pedaggio urbano. Quando il livello di inquinamento invernale ed estivo è troppo elevato, occorre imporre limiti di velocità più bassi sulle strade urbane (dove il limite proposto di 30 km/h serve anche ad aumentare la sicurezza della mobilità ciclopedonale) e rivedere la velocità massima consentita anche su quelle extraurbane (70 km/h) e sulle autostrade (110 km/h).