Home Nazionale Teatro: Accademia Scala, sarti, parruccai e fonici nuovi mestieri anticrisi (2)

Teatro: Accademia Scala, sarti, parruccai e fonici nuovi mestieri anticrisi (2)

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(AdnKronos) – L’atmosfera, nelle aule di via Santa Marta e Campo Lodigiano, è di una bottega artigiana dove il maestro tramanda il mestiere all’allievo e la ricchezza del sapere non si disperde. Quattro i dipartimenti – Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management – ampliati negli anni. La scuola di Ballo, diretta da Frédéric Olivieri, vanta tra gli ex allievi Carla Fracci e Roberto Bolle. Il volteggiare dei ballerini incanta: otto anni di corso per provare a essere la nuova étoile. Il dipartimento di Musica è quello più frequentato da stranieri. La melodia si articola nella voce di una promessa della lirica o nell’uso sapiente del mixer per un futuro tecnico del suono.
“Il Teatro alla Scala è un marchio internazionale e tra i più conosciuti” sottolinea Luisa Vinci. “Ci sono corsi in Accademia dove la percentuale di stranieri è altissima, parlo del canto vista la nostra tradizione lirica, ma ci sono anche corsi di palcoscenico particolarmente attrattivi. Molti gli studenti dell’Est Europa, tanti gli allievi orientali che chiedono di accedere, interessante la grande quantità di studenti di Centro e Sud America, laddove soprattutto per il Sudamerica c’è una tradizione operistica importante”. Nessuna regione dello Stivale manca all’appello.
Nel dipartimento Palcoscenico-Laboratori nascono scenografie e costumi. Bastano ago e filo, insieme a tanto talento, per ricreare gli abiti di scena indossati da Maria Callas. Calchi, vernici ed effetti speciali trasformano volti in nuovi personaggi pronti a essere catturati dall’obiettivo del fotografo di scena. Le mani truccano e acconciano creando ogni genere di stile, quelle degli otto parruccai custodiscono i segreti di un’arte antica. Dietro il sipario c’è un mondo fatto di falegnami, elettricisti, macchinisti o attrezzisti. Talenti nascosti che rendono possibile lo spettacolo. L’arte è anche capacità gestionale, come dimostra la figura professionale del manager.