Home Nazionale Tremila giovani nei Sert campani, convegno sulla prevenzione della dipendenza da droghe

Tremila giovani nei Sert campani, convegno sulla prevenzione della dipendenza da droghe

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Roma, 15 feb. (AdnKronos Salute) – “Prevenire eccessi ed abusi di alcol, fumo e droghe? Comunichiamo con i giovani, istruzioni per l’uso” è il dibattito promosso dalla Clinica Mediterranea di Napoli. L’incontro, il quarto di nove appuntamenti della V edizione di Mondo donna, ha voluto porre l’accento non solo sulle conseguenze derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti, ma soprattutto su come informare al meglio i giovani sui problemi causati dalla droga senza che quest’ultima possa essere considerata un’attrattiva.
Nei Sert della Campania sono in cura 3 mila pazienti, a fronte di 10 mila giovani con dipendenze patologiche, secondo gli ultimi dati dei Servizi delle tossicodipendenze della Asl della regione.
“Siamo veramente una società contro le droghe? Viene da domandarci – afferma Celeste Condorelli, amministratore delegato Clinica Mediterranea – quanto siamo tutti condizionati da continui messaggi che ci inducono a considerare l’alcol e le droghe un qualsiasi prodotto. La migliore arma è parlarne con i nostri figli senza alcun timore, parlare delle loro esigenze e delle difficoltà che li circondano é uno dei metodi preventivi più efficaci”.
La droga è ancora “un argomento tabu”, perché in Italia è “soggetto a letture politiche”, dichiara Edoardo Polidori, direttore Uoc dipendenze patologiche dell’azienda Usl di Forlì – da una parte il centrodestra che si compatta dietro slogan unificanti, forti ma che dicono poco e dall’altra parte il centrosinistra, che vive le droghe come un problema che divide a causa delle posizioni divergenti: nel mezzo c’è il problema stesso, che appunto risulta schiacciato tra i conflitti di destra e sinistra. Nel resto d’Europa – continua Polidori – la droga viene vista come un problema tecnico, mentre in Italia si fa fatica a ragionare dal punto di vista scientifico”.
Invece, sottolinea l’esperto, “bisognerebbe iniziare un serio percorso culturale sulle droghe, parlarne lucidamente nelle scuole con i medici e non con i preti, come spesso avviene in Italia. Un primo passo sarebbe fare i conti con le droghe, ammettere che fanno parte della storia del nostro paese e non nascondersi dietro l’alibi che sono solo i giovani a farne uso. L’aumentare del consumo di droghe è segno della sconfitta delle politiche sociali del nostro Paese”.
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