Home Nazionale Tsunami pronto ad abbattersi su regionali, attesa sentenza Consulta incandidabilità condannati Corte conti

Tsunami pronto ad abbattersi su regionali, attesa sentenza Consulta incandidabilità condannati Corte conti

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Palermo, 2 mar. (AdnKronos) – Uno tsunami pronto ad abbattersi sul Parlamento regionale siciliano attuale, ma anche, e soprattutto su quello futuro che verrà eletto a ottobre. A farlo scoppiare potrebbe essere una sentenza della Corte costituzionale. Al momento si tratta solo di una ipotesi, ma molto concreta. A fare scoppiare questa bomba ad orologeria è stato un ricorso presentato dal deputato regionale siciliano del Pd Pino Apprendi contro l’ormai ex deputato Francesco Riggio, l’avvocato coinvolto nello scandalo dei corsi di formazione Ciapi, condannato in via definitiva dalla Corte dei conti per un danno erariale pari a oltre 3,7 milioni di euro. Nel frattempo, Apprendi ha comunque preso il posto del deputato Riggio, in seguito alla condanna in primo grado sempre per lo scandalo Ciapi e la conseguente applicazione della legge Severino. Ma ha voluto continuare la sua battaglia per fare applicare anche in Sicilia una legge nazionale che prevede l’incandidabilità e la decadenza dei deputati che hanno subito una condanna per danno erariale.
Apprendi, difeso dagli avocati Francesco Leone e Simona Fell, ha vinto la sua prima battaglia con l’ordinanza emessa dal giudice civile del Tribunale di Palermo Michele Ruvolo che solleva una questione di legittimità costituzionale sulla legge elettorale con cui si eleggono i parlamentari all’Ars. “Il giudice di Palermo apre un focus sulle cause di incompatibilità con la carica di deputato regionale che effettivamente rappresentano un vulnus nella nostra legislazione”, spiega l’avvocato Francesco Leone.
“Poi ci chiediamo perché scattano questi sentimenti di antipolitica – dice Pino Apprendi – La cosa che mi ha colpito è stata la superficialità dell’Ars nel trattare questa partita, l’approssimazione”. Apprendi si aspetta anche “una presa di posizione da parte dle mio partito”, il Pd. Tutto inizia nel gennaio del 2016, quando la Corte dei conti ha condannato in via definitiva per danno erariale l’allora deputato Francesco Riggio, che dovrà pagare la somma di 3,7 milioni di euro. A questo punto, Apprendi, da primo dei non eletti nel Pd, “avendo bene in mente la normativa nazionale sull’elezione dei consiglieri regionali, legge 154 dell’81, che considera incompatibile con la carica di deputato regionale colui che è stato dichiarato responsabile verso l’ente”, si rivolge allo studio legale ‘Le Rete dei diritti’ di Francesco Leone e Simona Fell. Per la normativa nazionale chi è stato condannato è incompatibile con la carica da consigliere quindi, se eletto, decade e se non eletto non si può candidare, tranne che non abbia estinto il proprio debito.