Home Nazionale Tumori: orchestra in corsia all’Int Milano, Stagione de La Verdi in hospice

Tumori: orchestra in corsia all’Int Milano, Stagione de La Verdi in hospice

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Milano, 7 nov. (AdnKronos Salute) – Il ‘Coro a bocca chiusa’ di Puccini, il ‘Can Can’ di Offenbach, il ‘Claire de lune’ di Debussy, il ‘Libertango’ di Piazzolla. L’Istituto nazionale tumori di Milano si trasforma in palcoscenico per esecutori d’eccezione: gli artisti dell’orchestra sinfonica e del coro sinfonico Giuseppe Verdi, protagonisti di una serie di concerti in calendario all’Int fino al giugno 2018. L’Irccs di via Venezian ha presentato oggi la ‘Stagione de LaVerdi in hospice’: due appuntamenti aperti al pubblico in Istituto – quello inaugurale, sabato 11 novembre alle 17 in occasione della 18esima Giornata nazionale delle cure palliative, e quello conclusivo – mentre gli altri dedicati ai pazienti dell’hospice Virgilio Floriani e ai loro familiari.
“LaVerdi ha aderito con entusiasmo ai ‘Momenti musicali’ del nostro hospice Floriani inserendovi una propria stagione – spiega Augusto Caraceni, direttore della Struttura complessa di Cure palliative, Terapia del dolore e Riabilitazione dell’Int – Da più di un anno, infatti, per iniziativa dei volontari della Lega italiana per la lotta contro i tumori-Lilt riceviamo in hospice circa una volta al mese artisti e gruppi musicali che offrono la loro arte ai malati, ai visitatori e al personale”. Perché anche la musica, tutta, può ‘curare’ e restituire una dimensione di normalità a chi soffre: “Abbiamo avuto repertori classici, country, popolari e tutte le selezioni sono piaciute – testimonia l’esperto – Sentire la musica direttamente donata dagli esecutori, che si diffonde nel nostro reparto, è un’esperienza straordinaria. Spesso i malati ascoltano dalle loro camere”, e fra quelli che non possono alzarsi dal letto “c’è chi chiede ai musicisti di avere un bis in camera”.
“La partnership con l’Istituto tumori di Milano riveste molteplici significati per LaVerdi – afferma Ruben Jais, direttore esecutivo e artistico della Fondazione di largo Mahler – Rendere possibili le esecuzioni dei vari ensemble direttamente nelle strutture di via Venezian ha un valore oggettivo in sé, per il prestigio e la valenza scientifica e sociale che l’Int interpreta. Entrare poi con la nostra musica in un reparto particolarmente delicato e sensibile come l’hospice Floriani amplifica il calibro dell’iniziativa. Auspico che questo genere di manifestazioni, che sanno coniugare il valore primario dell’arte per l’esistenza umana con quello inestinguibile e inestimabile della vita, possano non solo confermarsi, ma diffondersi il più possibile a Milano e nella società”.
“Da sempre – dichiara Enzo Lucchini, presidente dell’Istituto nazionale tumori di Milano – riteniamo che l’arte, intesa in tutte le sue espressioni, abbia la capacità di stimolare risorse ed energie fondamentali nel percorso terapeutico. L’ascolto della musica in particolare, come dimostrano le ricerche condotte in tal senso, agisce a livello psicologico e riverbera positivamente sulla sfera organica”. Concorda Luigi Cajazzo, direttore generale dell’Int: “Curare il malato oncologico significa anche offrirgli un supporto psicologico se è necessario, e in questo la musica rappresenta un innegabile aiuto”. Inoltre “la musica può migliorare la comunicazione empatica tra medici, infermieri e pazienti, soprattutto all’interno dell’hospice dove si crea un dialogo che molte volte è fatto di espressioni e di gesti, più che di parole”.
La nuova iniziativa è patrocinata dalla sezione lombarda della Sicp, Società italiana cure palliative. “L’intenso programma concertistico della Stagione de LaVerdi in hospice propone due temi profondi – riflette Carlo Grizzetti, consigliere Sicp – La musica, dall’indubitabile valore terapeutico, e l’ascolto come presupposto fondamentale del rapporto di cura. L’ascolto, in particolare, rappresenta un elemento cardine e irrinunciabile di ogni atto medico e nell’ambito delle cure palliative è certamente il momento più importante, anche se non è sempre facile la comunicazione tra la persona malata, la sua famiglia e gli operatori. La musica in questo ambito diventa un linguaggio comune”.
Il lancio del progetto è stato l’occasione per riflettere sulla gestione delle cure palliative, garantite a livello nazionale dalla legge 38 del 2010. In Lombardia – dove sono attivi 69 hospice per un totale di 870 posti letto, che accolgono 22.800 pazienti all’anno – da ottobre è in atto una riorganizzazione dell’offerta di cure palliative domiciliari e in hospice a seguito dell’applicazione della delibera di Giunta X/5918. “Il nuovo sistema di cure domiciliari – chiarisce Caraceni – prevede la reperibilità h24. Il nostro centro ha quindi potenziato il servizio di assistenza domiciliare, in modo da realizzare quella continuità assistenziale che prevede la presenza delle cure palliative negli ambulatori, nei reparti di degenza, in hospice e a domicilio”. Lo specialista segnala tuttavia “un limite della Dgr X/5918, come anche di altre normative attuate in questi anni in merito: non avere ancora stabilito l’assegnamento di risorse specifiche alla fase ospedaliera delle cure palliative”.
La delibera lombarda rende ancora più importante la disponibilità di un’équipe multidisciplinare a disposizione del malato bisognoso di cure palliative, un team che comprende diverse figure professionali tra cui il volontario.
“L’attenzione alla qualità di vita dei pazienti e l’umanizzazione delle strutture ospedaliere è uno dei nostri obiettivi – afferma Marco Alloisio, presidente della Lilt di Milano – All’interno dell’Istituto nazionale tumori circa 300 volontari sono impegnati quotidianamente a rendere l’ambiente più ‘vivibile’ per i malati: operano nell’atrio, al Cup, nei reparti e all’hospice ascoltando, sorridendo e fornendo sostegno pratico, tanto da diventare una vera e propria ‘bussola’ per i ricoverati e i loro familiari”.