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Un ‘Libro Bianco per un welfare della persona’ per completare sua riforma Biagi

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Roma, 15 mar. (Labitalia) – Un Libro bianco per un welfare della persona, per completare il processo riformatore di Marco Biagi a 15 anni dalla sua scomparsa. E che indica come bisogno fondamentale da soddisfare, quello dell’attività e della possibilità di compiersi attraverso il lavoro e la famiglia, in un contesto di sicurezze, e in cui lo stesso stato di salute ne sia il necessario presupposto. Il documento, curato da Maurizio Sacconi e da Emmanuele Massagli, è stato presentato questa mattina nel corso di un convegno organizzato per ricordare il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse nel 2001.
“Adapt, centro studi fondato da Marco Biagi, e Amici di Marco Biagi, associazione per la cultura riformista, hanno ritenuto di onorare la memoria dell’amico e maestro -ha detto a Labitalia Michele Tiraboschi, professore di diritto del lavoro e allievo di Marco Biagi- nel quindicesimo anniversario della tragica morte, sviluppandone le intuizioni con una riflessione sul modello sociale italiano al tempo della quarta rivoluzione industriale e della crisi del ceto medio. Molti degli autori hanno concorso a scrivere il Libro Bianco ‘La vita buona nella società attiva’ prodotto dal ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali nel 2009 quando erano già evidenti i sintomi della grande crisi delle economie di tradizionale industrializzazione e si prospettava la insostenibilità del welfare tradizionale”.
“Molti di quei contenuti -ha aggiunto Tiraboschi- conservano tutta la loro attualità ma nel tempo intercorso si sono prodotti cambiamenti straordinari che fanno peraltro prefigurare paradigmi nuovi delle future dinamiche economiche e sociali”.
“Noi rifiutiamo il destino scontato della ‘fine del lavoro’ o comunque di una società viziata dalla polarizzazione su pochi delle competenze e dei redditi. Tutto dipenderà dalla capacità dei decisori istituzionali e sociali, confidando che abbiano principi solidi e pensiero lungo cui informare la loro azione quotidiana. Ad essi ci rivolgiamo con questo nuovo Libro Bianco per un welfare della persona affinché non solo riescano a salvaguardare le tradizionali tutele ma si rivelino capaci di sviluppare gli istituti della sicurezza e della protezione sociale in termini tali da favorirne l’adattamento ai bisogni di ciascuno in ciascuna fase della vita”, scrivono nell’abstract introduttivo gli estensori del Libro Bianco.
Il riequilibrio demografico costituisce “una drammatica emergenza e si realizza secondo un tasso di fecondità di 2,1 figli per donna”. Ciò significa che le politiche pubbliche di solo sostegno materiale alla natalità, come testimoniano le esperienze di Francia e Germania, sono necessarie ma non sufficienti. E il Libro Bianco segnala “l’esigenza di un rinnovato contesto culturale di favore per la procreazione e la famiglia cui potrebbero concorrere il Piano per la fertilità”.
Adapt e Amici di Marco Biagi hanno poi analizzato i cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie digitali sul mercato del lavoro. È bene “evitare l’esclusione sociale di molti attraverso investimenti sulle conoscenze, competenze e abilità di ciascuna persona, di tutte le persone”. Ciò significa “una rivoluzione intelligente dei programmi didattici, degli obiettivi formativi, delle strategie pedagogiche sulla base di una integrazione tra istruzione, formazione, lavoro”, si legge.
Per questo “i contratti di apprendistato di tipo duale devono diventare il modo più praticato per l’ingresso nel mercato del lavoro”. “Ai lavoratori adulti, soprattutto quando cresciuti nelle produzioni seriali delle manifatture, deve essere rivolto un piano straordinario di alfabetizzazione digitale quale base di una formazione perpetua. I disoccupati e gli inoccupati tutti devono disporre di un assegno di ricollocazione spendibile liberamente presso il servizio di orientamento, collocamento e formazione preferito che sarà remunerato in base al risultato del reimpiego”, si sottolinea.
E sulle forme di sostegno al reddito, il Libro Bianco di Adapt spiega che “non devono mai generare la trappola della povertà o della inattività”. “Per questa ragione -si legge nel Libro Bianco- non sono condivisibili le ipotesi di reddito di suggerito dalle nuove élite tecnologiche e finanziarie quale compensazione a una inevitabile passività. Molto meglio un premio al lavoro, consistente in una imposta negativa tale da consentire a un basso reddito da lavoro di raggiungere la soglia della no tax area. Ne dovrebbero essere beneficiari per un tempo limitato i giovani under 30, i lavoratori over 60, i genitori con figli minori a carico”.